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Carlo Taormina: “Veronica Panarello come Annamaria Franzoni”

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Dal libro “Veronica Panarello – Anatomia di un’indagine” di Carlo Taormina, Luca D’Auria e gli esperti di Justice Of Mind, uno stralcio del capitolo in cui l’ex legale storico di Annamaria Franzoni ha messo a confronto la mamma di Cogne con quella di Santa Croce Camerina.

Il libro è in vendita in allegato al mensile Crimen, in edicola in questi giorni e in versione digitale in esclusiva sullo store di Fronte del Blog.

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annamaria franzoniCorrere con la mente alla vicenda giudiziaria di Anna Maria Franzoni quando si vuole riflettere su quella di Veronica Panarello, è quasi automatico non solo perché si tratta, secondo l’accusa, di un figlicidio che ha riguardato creature in piccolissima età, ma soprattutto per i temi di prova che hanno assunto una centralità rispetto alla affermazione o esclusione della responsabilità di queste madri.
CONVEGNO ETICA E BIOETICAIl piccolo Samuele di Anna Maria Franzoni fu trovato ucciso in casa; di Loris si afferma che sarebbe stato strangolato anche lui in casa, anche se il cadavere fu trovato altrove; Anna Maria Franzoni rimase impigliata sui poco più degli 8 minuti necessari per percorrere la strada che portava dalla abitazione allo scuolabus sul quale salì l’altro figlio e la tesi difensiva era che in quel lasso di tempo il bimbo fosse stato da altri ucciso dopo essere entrato nella casa; Veronica Panarello è bloccata nel percorso che a partire da una videocamera di una stazione di servizio conduce al luogo in cui fu trovato il cadavere di Loris e che la donna coprì in circa undici minuti, mentre, secondo gli inquirenti sarebbero stati sufficienti cinque minuti e mezzo, donde l’impiego di più tempo, esattamente quello occorso per liberarsi del cadavere. Anna Maria Franzoni è legata ad una prova scientifica come la Blood Pattern Analysis tra l’altro all’epoca praticamente disconosciuta come tale, basata sullo studio della forma delle macchie di sangue per capire da dove fossero stati inferti i colpi mortali; Veronica Panarello impiccata alle captazioni delle videocamere sulle quali la bassa definizione, le discrasie negli orari fanno gravare una pesante ipotesi di credibilità. Samuele, infine, sarebbe stato ucciso nella mezz’ora precedente l’uscita di Anna Maria Franzoni dalla abitazione per accompagnare l’altro figlio allo Scuolabus; Loris sarebbe stato ucciso nella mezz’ora circa di permanenza in casa con la madre da quando quest’ultima sarebbe rientrata di ritorno dall’accompagnamento del figlio più piccolo a scuola.

Crimen-2-webLe impressionanti similitudini potrebbero continuare, come il chiasso mediatico generato dai due casi, la strenua protesta di innocenza di queste due mamme, lo scarso rilievo delle prove testimoniali; come anche le differenze, come lo stato di libertà sempre goduto da Anna Maria Franzoni, salvi pochissimi giorni, a fronte della dura custodia cautelare imposta a Veronica Panarello, le premure del marito fruite da Anna Maria Franzoni, l’abbandono inferto a Veronica Panarello, in maniera inconcepibilmente violenta, da parte, del suo.

Io posso dire che Anna Maria Franzoni, pur condannata definitivamente con una inaccettabile sentenza, che si dovrà pure rispettare ma cum judicio, non ha ucciso Samuele, mentre nulla posso dire di Veronica Panarello, anche se le analogie prima evidenziate possono far ritenere quale possa essere la mia opinione, ma in questa sede di analisi scientifica simili esternazioni non possono aver alcun rilievo. Però, stante la mia consapevolezza dell’innocenza di Anna Maria Franzoni, per la quale non riesco a comprendere come non si siano rinvenuti nel processo conclamati elementi per una revisione della condanna, sono certamente il più titolato a denunziare la causale di questa palese ingiustizia, anche e soprattutto al fine di evitarne delle altre.

(IL CAPITOLO INTEGRALE SUL VOLUME “VERONICA PANARELLO- ANATOMIA DI UN’INDAGINE”, CHE TROVATE ANCHE IN VERSIONE DIGITALE  QUI)

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Justice of Mind

Justice of Mind (JOM) nasce nel 2015 dal confronto culturale tra l’avvocato Luca D’Auria, docente di diritto al master di psicopatologia forense e criminologia clinica al San Raffaele, la criminologa clinica e dottoressa in giurisprudenza Ilaria De Pretto, la psicologa e criminologa clinica Claudia Pavanelli, l’avvocato Noemi Brambilla e il professor Carlo Taormina. L’associazione studia il rapporto tra giustizia penale e mente e si pone come obiettivo di agire da supporto delle parti coinvolte nel giudizio, offrendo corollari al dibattito probatorio provenienti da diverse materie cognitive, in specie la logica, la psicologia cognitiva, la dottrina neuroscientifica, l’antropologia e la filosofia della mente. Il sito di JOM è www.justiceofmind.com

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