Momentosocietàtecnologia

Una censura per tutte le stagioni

(continua dopo la pubblicità)

L’ultima, surreale proposta sul tavolo del legislatore per migliorarci la vita arriva dall’Agcom, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, chiamata in causa dal Decreto Caivano perchè indichi ai siti internet a luci rosse nuove e sicure modalità per verificare la maggiore età dei loro utenti. Ed ecco partorita l’idea: si potrà accedere ai siti per adulti usando lo Spid. Scoppiata la buriana, il commissario dell’Agcom Massimiliano Capitanio ha tenuto a chiarire all’Adnkronos: «Anzitutto in nessun caso si è imposto a piattaforme e utenti di accedere tramite Spid o Cie (Carta d’identità elettronica, ndr). Si sono piuttosto fissate alcune caratteristiche che i sistemi di age verification devono soddisfare per essere realmente efficaci e salvaguardare la privacy degli utenti. I sistemi di verifica dell’età devono utilizzare il modello del “doppio anonimato”».

Ma, evidentemente, si dovrà trattare di sistemi con identico livello di autenticazione di Spid e Cie, in cui l’utente si deve fidare a inviare i propri dati anagrafici a qualcuno prima di accedere in un luogo dove lo portano i propri gusti e gli orientamenti sessuali più intimi. Fatto ben poco tranquillizzante. La cosa che più fa sorridere, in questa proposta legislativa, è infatti l’assicurazione di garantire la privacy delle persone, soprattutto alla luce di due recentissimi fatti di cronaca: un semplice impiegato di banca è riuscito a spiare i conti correnti di oltre 3500 persone, tra cui miriadi di vip. E un giovanissimo ingegnere siciliano di appena 24 anni ha serenamente, e a lungo, bucato il sistema informatico della Giustizia, appropriandosi delle password di ben 46 pubblici ministeri. Perchè, quando di mezzo c’è l’informatica, non c’è azienda e nemmeno nazione che possa dirsi certa di non poter subire attacchi hacker che la danneggeranno. Figuriamoci in Italia, dove lo Stato non è nemmeno in grado di proteggere se stesso e dove dossieraggi e pure improvvisati spioni fanno il bello e il cattivo tempo.

Ma, a dirla tutta, è l’iniziativa in sè a destare perplessità: per bloccare l’utilizzo dei siti per adulti ai minorenni esistono da anni decine di diversi parental control che a quei siti non li fanno nemmeno arrivare. E centinaia di guide in Rete su come attivarli. Dovrebbero essere le famiglie a provvedere, dato che la tutela del minore è a carico loro. Invece, anche in questo caso, è lo Stato a volersi sostituire imponendo regole invasive agli adulti. Questo non vale solo per l’hard. Ma anche per il gioco d’azzardo online: anche lì sarà necessario lo Spid o un mezzo analogo. Per potervi accedere, l’utente maggiorenne dovrà lasciare una traccia identificativa che passerà dalla pubblica amministrazione.

C’è dunque da giurare che se tale proposta andrà in porto, le grandi piattaforme delle luci rose, ormai scevre da ogni tipo di pericolo, finiranno presto sul lastrico. E il porno tornerà ad essere un prodotto clandestino molto pericoloso in siti meno controllati, nelle chat e nel dark web. Identica sorte la subiranno i portali dell’azzardo, per un grande ritorno del totonero e delle scommesse clandestine: nessuno sano di mente accetterà infatti di confessare i propri vizi con nome e cognome passando da un documento in contatto diretto con la pubblica amministrazione. Vuoi perchè la sfera sessuale è un affare privato e non si può vivere nel dubbio che non resti tale. Vuoi perchè chi si gioca il proprio denaro ha il diritto di farlo senza avere nemmeno il recondito sospetto che un domani gli si chieda conto del perchè e di quanto ha giocato.

Ma quest’esigenza di controllo delle nostre vite, come vi scriviamo da ben prima che entrasse in vigore la legge, nasce ancora una volta dal Digital Services Act (Dsa), il vergognoso regolamento europeo che già da due anni ha imposto alle piattaforme social di censurare i contenuti, attraverso un demenziale sistema di segnalazioni talvolta appoggiato su comuni cittadini (i debunker), che si sostituiscono ai giudici stabilendo cosa sia e cosa non sia pubblicabile.

Addestrati in questo senso dalla pandemia, in cui ogni dubbio su terapie e cause veniva cancellato dai social, oggi i temi intoccabili sono ad esempio la guerra in Ucraina (pena prima la demonetizzazione dei video), ma anche questioni di politica internazionale: leggasi elezioni presidenziali americane. Ne sa qualcosa Andrea Lombardi, tra i più acuti youtuber italiani che seguono anche i conflitti bellici e il duello Trump-Harris, costretto a spostare gran parte dei suoi video su temi “sensibili” da Youtube a Substack, a causa dell’improvvisa serie di restrizioni giunte ai suoi video, anche i più datati, senza alcuna spiegazione. D’altra parte, siamo negli anni Venti. E qualcuno doveva pur ricordarcelo.

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Cronaca Vera

Dal 1969 in edicola. Costa poco e dice tutto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie