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Il medico Attilio Galmozzi: “La Commissione Lombarda secreta gli atti sull’emergenza, ma noi dobbiamo sapere”

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Il medico Attilio Galmozzi, in trincea all’ospedale di Crema: “La Commissione non è un Tribunale ma un luogo democratico attraverso il quale approfondire ciò che è successo in Lombardia. Nè più nè meno”

 

In quella trincea infernale, che era due mesi fa il pronto soccorso dell’ospedale Maggiore di Crema, il dottor Attilio Galmozzi, coi suoi colleghi, gli infermieri e tutti gli altri preziosi collaboratori ha combattuto da subito, senza soste contro il Covid-19. E adesso che la Commissione Lombarda, l’ente che deve spiegare appunto, tra le varie cose, cosa è successo durante l’emergenza Coronavirus, come prima mossa ha deciso di secretare atti e documenti, beh il medico ha espresso, via Facebook, le sue impressioni…

La Commissione Lombarda che avrebbe dovuto fare chiarezza sulla gestione Regionale Covid, come primo atto, ha scelto di secretare sedute e documenti. 
La Commissione non è un Tribunale ma un luogo democratico attraverso il quale approfondire ciò che è successo in Lombardia. Nè più nè meno. 
Appare sempre più palese (e questo atto lo dimostra) che qualcosa non torna. Troppi lati opachi, troppa voglia di rinchiudere quegli eventi in una scatola, per riporla in soffitta il prima possibile. 
Regione Lombardia ha forse il timore di raccontare ciò che è accaduto in quegli interminabili giorni? Può darsi. 
Allora: se Regione Lombardia ha questa voglia smisurata di creare una coltre di dubbi, chi ha vissuto in prima linea quei drammi perché non prova a raccontare i fatti? Siamo in tantissimi a poterlo fare. Nessuno di noi, me compreso, ha la verità in tasca. Ma di cose da raccontare ne abbiamo tante. Tutte documentate e documentabili. 
Allora proviamo a fare uno sforzo: proviamo a girare in lungo e in largo a raccontare cosa è successo? Chi più di noi può avere voce in capitolo? Chi più di noi può raccontare quelle settimane drammatiche? 
Io non faccio lo struzzo. Non nascondo la testa sotto la sabbia. 
Già questo spazio tra la Fase Due e la Tre dovrebbe anche essere il tempo di ricercare la verità, poichè la Lombardia, letteralmente, tra febbraio e marzo è stata travolta e stravolta, con la sua sanità pubblica, dal maledetto virus. Chapeau al dottor Galmozzi per averci messo, ancora una volta, cuore e faccia. E adesso bisogna soprattutto capire…
Stefano Mauri
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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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