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Coronavirus, Maurizio Borghetti: “Anche i virologi si sono accorti che le cose vanno meglio”

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Il radiologo di Crema Maurizio Borghetti: “Sappiamo che le cose stanno andando bene, calano i dati di preoccupazione, si mantengono minimali e non gravi (anche oggi) le Tac di polmonite. Siamo fiduciosi anche se sappiamo che non è finita”

Quindi anche il virologo di riferimento del Fabio Fazio nazionalpopolare, il dottor Roberto Burioni conviene sul fatto che qualcosa è cambiato nel modus operandi del maledetto Covid-19? E perchè si ascoltano soprattutto i virologi e mai i radiologi? Possibile si guardino sempre e solo i dati di tamponi e analisi sierologiche? Questi i quesiti posti dal medico radiologo, in trincea contro il virus: ecco cosa ha scritto il dottor Maurizio Borghetti dall’ospedale, ex Lazzaretto della martoriata Lombardia, di Crema.
17 aprile – 21 maggio Dopo 34 giorni anche il dottor Burioni (virologo) conviene sul fatto che qualcosa è cambiato e il virus maledetto potrebbe essere attenuato. Dice che i clinici si accorgono prima di ciò che avviene in quanto sono sul campo. Si dimentica dei Radiologi, che sono sul campo anche loro ma fanno vita da mediano. Come Oriali. Di fatto, in questi due mesi e mezzo, nei posti di comando e gestione sono stati ascoltati poco i primi, quasi niente i secondi.
Sappiamo che le cose stanno andando bene, calano i dati di preoccupazione, si mantengono minimali e non gravi (anche oggi) le Tac di polmonite. Siamo fiduciosi anche se sappiamo che non è finita del tutto e occorre ancora per un po’ attenzione. Vedo però che il metro per la valutazione resta sempre lo stesso e da tutte le parti si parla di tamponi e test sierologici trascurando ad esempio incidenza delle polmoniti reali rilevate con Tac. Che tra un mese ci sia qualcuno che ce lo venga a dire? Forse. Meglio tardi che mai.
Dai Burdèl che ghe la fèm 
Così postò sulla sua pagina Facebook  Maurizio Borghetti, DocRock d’Italia.
Stefano Mauri
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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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