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Il Barcellona di Messi travolge la brutta e fragile Juve di Allegri

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Sì è una Juventus fragile questa, brutta, di retroguardia e lontana anni luce dalla squadra guerriera che, mai doma faceva un calcio magari non champagne, ma … certamente travolgente.

E mister Massimiliano Allegri e la società hanno le loro colpe pesanti nel brutto Ko patito dai bianconeri al debutto in Champions League a e col Barcellona. Allegri non ha ancora trovato la quadra tattica e la rosa titolare da mandare in campo con continuità. E a distanza di tre anni ancora non si capisce se il trainer livornese punti o meno su Rugani, sempre più oggetto misterioso. Dal canto loro Marotta e Paratici hanno condotto una campagna acquisti col freno a mano tirato, portando a casa troppi laterali offensivi e non intervenendo in difesa, reparto che avrebbe bisogno di un laterale destro moderno e di un centrale forte. L’attacco? Manca una vera alternativa a Higuain, Schick è sfumato misteriosamente, Kean andava forse tenuto fino a gennaio. Il centrocampo? Milinkovic Savic costava troppo, ma un’offerta rock a Lotito andava fatta. Interessante Bentancurt, benino Matuidi: due centrocampisti questi che con Pjanic (troppo discontinuo, ma vivace) dovrebbero giocare con maggior frequenza in un modulo a tre. No?

A proposito che fine hanno fatto Bernardeschi e Howedes? Cosa succederà adesso?

Per carità nulla è perduto, ma aspettando gennaio (qualcosa bisogna fare nella parentesi invernale del calciomercato, vero signor Marotta?) servono occhi da tigre, grinta, voglia di reagire e soffrire. Ma soprattutto urge trovare una vera Juventus.

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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