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Adriano Galliani spiega perchè dalla serie A scappano i big, ma CR7 è scappato in malo modo

Il campionato italiano è un posto di passaggio ormai, la Juve in restauro merita fiducia

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Al quotidiano Il Corriere della Sera, il grande calciofilo Adriano Galliani, ex Deus Ex machina del Milan Champagne di Berlusconi ed ex presidente della Lega Calcio, ora amministratore delegato del Monza (del grande amico Silvio Berlusconi), forte della sua esperienza nel mondo del calcio è tornato a dire la sua nei giorni scorsi:Mica si può dare la colpa ai dirigenti di Milan, Inter e Juventus. Nel 1990 quando terminò il primo contratto che Marco Van Basten aveva firmato con il Milan e il suo maestro Crujff lo chiamò a Barcellona ebbi la forza di proporgli un tale rinnovo da farlo restare. Ora che il Barcellona fattura quattro volte il Milan non sarei più in grado. Le forze in campo sono molto differenti. All’epoca le proprietà non erano asiatiche o degli Emirati: le società erano di ricchi signori delle città di riferimento. La verità è che prima il campionato italiano era di arrivo, ora solo di passaggio. Pazienza, si gioca con altri calciatori. Bisogna rassegnarsi alla fuga dei top nei campionati o nei club che hanno dimensioni economiche differenti. Del resto bisogna considerare un altro aspetto fondamentale nella questione dei diritti: si vendono nei Paesi dove si parla la stessa lingua del campionato di riferimento”.

Dato a Galliani ciò che è del geometra Adriano Galliani, tornando al divorzio tra CR7 è la Juventus è utile ribadire che, beh … praticamente è da un anno che l’esperto campionissimo portoghese le provava tutte per andare via e tra mille intoppi e peripezie, dopo aver anche discusso col suo supermanager Mendes, finalmente è riuscito a lasciare la Torino bianconera, rispettata col lavoro, ma mai amata, nell’agosto scorso per ritornare allo United.

Particolare non indifferente: sicuramente il già mugugnante Cristiano Ronaldo (l’epilogo del sua passaggio alla Juve meritava un saluto più garbato) non ha gradito il ritorno di mister Allegri sulla panchina juventina, ma se ne sarebbe andato comunque.

Ah … rumors provenienti dall’ombra della Mole Antonelliana, condizionale d’obbligo danno, o meglio, darebbero un Allegri un pochino risentito col presidente Andrea Agnelli e col direttore sportivo Cherubini per il mancato arrivo del regista Pjanic. Sarà vero?

Al netto di tutto tuttavia, i tifosi della Vecchia Signora, compreso il sottoscritto, reduci da 10 anni di vittorie ora devono (dobbiamo) portare pazienza affinché vada in porto la Restaurazione di Madama avviata da John Elkann personalmente col ritorno di Allegri e con la promozione di Arrivabene ad amministratore delegato e di Federico Cherubini a capo dell’area tecnica. La storia del resto è fatta di cicli. No?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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