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E fu così che mister Antonio Conte, il trainer del Napoli, col Dna juventino, fece incavolare l’Inter

Le dichiarazioni dell'allenatore leccese non sarebbero piaciute all'entourage interista

A margine della tappa a Roma del “EA7 World Legends Padel Tour”, l’ex calciatore Fernando Llorente ha concesso una lunga intervista a Tuttosport, in cui si è soffermato a lungo sulle condizioni attuali della Juventus, ma anche sul futuro di Antonio Conte e sul suo eventuale ritorno sulla panchina bianconera. Questo è un estratto delle sue dichiarazioni: Per me Conte è l’uomo giusto per qualunque squadra. Lui ha la Juve nel dna. Non so se tornerà ad allenarla già a partire dalla prossima stagione. Di certo, ora starà pensando solo a vincere con il Napoli. Kolo Muani ha ampi margini di miglioramento, ma non so se ha la mentalità giusta per crescere alla Juve. Dusan Vlahovic mi è sempre piaciuto: in area è fortissimo. Non ho idea di cosa sia successo tra lui e Motta, ma quest’anno ha fatto più fatica nel resto delle zone del campo, quando magari sbagliava dei controlli che un giocatore della sua qualità dovrebbe saper gestire senza problemi. Penso sia solo un tema mentale: è un ragazzo che ha bisogno costante di sentire la fiducia dell’allenatore e dei compagni. Giocare per la Juve non è semplice, la concorrenza è altissima e il pubblico, se sbagli, si fa sentire”.

Così parlò Fernando Llorente, bomber vero. A proposito, le parole di Conte, dette nella conferenza stampa pre Como – Inter non sono piaciute agli interisti. He ha detto il trainer leccese? Ecco le sue dichiarazioni: “Io parto da un presupposto, la mia esperienza mi ha sempre detto che i campionati li vincono le squadre che hanno dimostrato e meritato di più, perché si ragiona su 38 partite. A differenza di quando si giocano tornei brevi, che ormai non sono neanche più così brevi, è molto importante il sorteggio o si approfitta più facilmente del momento tra squalificati e infortunati. 38 gare invece delineano meglio chi merita, con regolarità di risultati e prestazioni e la gestione di tutte le situazioni che possono verificarsi”.   

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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