
Oggi Thiago Motta è l’allenatore della Juventus. Lo sarà pure domani e una volta conquistato, un posto al sole in zona Champions League? Lo scopriremo vivendo. Intanto, nei giorni scorsi, Gigi Maifredi, ex trainer di una Juve, non proprio da ricordare (una sola stagione, 1990-91), ai microfoni ai microfoni di Radio Rai, anche, come Thiago Motta, reduce da una positiva esperienza al Bologna, ma pure lui poi al di sotto delle aspettative in bianconero, beh è tornato a parlare del suo passato remoto juventino: “Ma una gran parte dei tifosi non la pensava così nel 1991. A livello giornalistico invece subivo critiche perché arrivai alla Juve dopo l’allontanamento di Boniperti e io mi ritrovai parte debole in mezzo a una lotta a distanza tra Boniperti e Montezemolo. E quei giornalisti erano stati in qualche maniera cresciuti da Boniperti. Insomma, venivo attaccato io per colpire Montezemolo. Da lì è nato il fatto che io sono stato un esempio negativo, ma c’è stata anche un’altra Juve che non ha partecipato alle Coppe. Se la critica non fosse stata distratta avrebbe detto che io avevo 14 giocatori. Si fece male Casiraghi e non aveva la sua riserva. Avevo 2 punte, ma diverse. Uno era Casiraghi e l’altro Schillaci. E quando si fece male Casiraghi la mia Juve era in testa al campionato. Però qui stiamo parlando della preistoria.
Se Thiago vuole bene alla Juve, deve tirare fuori qualcosa di più. Mi colpiscono le negatività che circondano la Juventus. Una di queste è la sconfitta di ieri sera interpretata come un fallimento. Guardate che la Juve aveva già dimostrato di non essere all’altezza per avere velleità in campionato, lo aveva già fatto con le eliminazioni in Champions e Coppa Italia. Inoltre, bisogna tenere conto di tutte le difficoltà che ci sono all’interno: giocatori scontenti, allenatore scontento, giocatori scontenti dell’allenatore. Tutte cose che limitano una squadra che non è così scarsa come si vuol far credere. Servirebbe più comprensione, di fronte a tutti i cambiamenti che sono stati fatti in società e nella rosa, non si può pretendere che in un solo anno tutto vada al suo posto. Questo è l’anno che servirà per fare una cernita sia tra i giocatori che tra i dirigenti. Ecco, alla società serve una guida forte. Però se Motta pensava di fare un copia-incolla col Bologna, allora ha sbagliato. Ora è alla Juventus, dove i giocatori hanno un altro potere“.
Stefano Mauri