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Ludwig. Abel e Furlan: i soli colpevoli?

Intervista a Monica Zornetta, giornalista e ricercatrice indipendente

Ludwig. Abel e Furlan: i soli colpevoli?
Una domanda che ancora in molti si fanno.
Ne parliamo con Monica Zornetta, giornalista, saggista e ricercatrice indipendente.
Molti quesiti senza risposta che fanno pensare a un ambiente, un’organizzazione ben strutturata.

Abel WolfGang e Furlan Marco, due amici e compagni di scuola condannati per i delitti firmati Ludwig.
Uccisioni e stragi addebitate a un’organizzazione di stampo neonazista che ha terrorizzato il nord Italia dal 1977 al 1984. Crimini che hanno coinvolto il nostro Paese e sono arrivati fino in Germania.

1977 – Verona. Guerrino Spinelli, senza tetto assalito nell’auto in cui dormiva, una Fiat 126. Vengono lanciate quattro molotov. L’uomo morirà poco dopo in ospedale sussurrando alla figlia di fare attenzione perché il gruppo era composto da 3 o 4 ragazzi.
1978 – Padova. Luciano Stefanato, cameriere omosessuale. Trovato morto nella sua auto, con due coltelli conficcati nella parte alta della schiena e diverse ferite da arma da taglio sul dorso.
1979 – Venezia. Claudio Costa, considerato dagli assassini un tossicodipendente, ucciso a coltellate.

1980 – Gazzettino di Venezia. Arrivano le prime lettere e volantini di rivendicazione firmati Ludwig. Scritti con caratteri simil runici e riportanti in testa il simbolo dell’aquila nazista. Saranno solo i primi di una lunga serie che accompagneranno i successivi delitti.
Messaggi deliranti in cui si dichiara la fede nazista, la giustizia è fatta con la morte, il sangue e il fuoco.
Il fuoco purificatore.
In ogni messaggio sono indicati dettagli degli omicidi che solo chi li aveva commessi poteva conoscere: misure, marche e colore delle armi. Dati relativi alle modalità omicidiarie o capi usati per appiccare gli incendi di cui nessuno, al di là degli inquirenti, poteva aver notizia.
Gott Mit Uns” – il motto del Reich nazista.
L’autenticità dei messaggi è sicura.

1980 – Vicenza. Alice Maria Baretta, prostituta uccisa a martellate, oltre all’uso di un’ascia.
1981 – Verona. Casamatta di Porta San Giorno. Struttura abbandonata dove si rifugiavano tossicodipendenti, senza tetto e persone con problematiche a livello psichico. Muore Luca Martinotti e altri rimangono feriti.
1982 – Vicenza. I frati Pigato e Lovato vengono assassinati una sera mentre passeggiavano nei pressi del santuario della Madonna di Monte Berico. Uccisi a martellate e con uso di armi bianche.
1983 – Trento. Padre Bison dell’ordine dei padri Venturini. Viene ritrovato senza vita con un punteruolo, inserito con forza alla base del cranio, a cui era stato attaccato un crocifisso.
1983 – Milano. Eros Sexy Center. Viene dato fuoco al locale e muoiono sei persone.
1984 – Monaco di Baviera. Discoteca Liverpool. Incendio procurato da taniche di benzina trasportate in due trolley. Ritrovati anche borsoni contenenti indumenti utili alla propagazione del fuoco. Una solo vittima, Corinne Tartarotti, studentessa italiana vent’enne.

1984 – La scia di sangue si ferma la sera del 4 marzo 1984 alla discoteca Melamara di Castiglione delle Stiviere, Mantova. Nessuno perde la vita. Un tentato incendio che non andrà a buon fine perché vengono intercettati e fermati due ragazzi: Abel e Furlan.

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Martina Piazza

Il libro L’erba dei vicini. Evoluzione di un’indagine di Martina Piazza – guarda

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Martina Piazza

Martina Piazza, nasce a Moncalieri il 16 luglio. Cresciuta in una famiglia appassionata di lettura, scrittura e conoscenza, sin da ragazza si è avvicinata ad un mondo letterario fortemente emotivo e di intrecci polizieschi. Dopo il diploma conseguito presso il liceo classico Alfieri di Torino si laurea in Criminologia, con una tesi sul caso Erba, oggi divenuta un saggio letterario edito da Golem Edizioni Torino con prefazione del Procuratore Cuno Tarfusser, “L’Erba dei Vicini, evoluzione di un’indagine”. Ha vinto la prima edizione del premio letterario "Racconti gialli, sezione Campus" indetto da NeRoma Noir Festival 2024. La sua passione è da sempre la Giustizia e l'indagine criminale. Continua infatti gli studi e la ricerca per conseguire la seconda laurea in Giurisprudenza. Attualmente sta approfondendo tematiche legate al carcere e ingiuste detenzioni, una dolorosa piaga per il nostro Paese, attraverso interviste dirette a detenuti e vittime di malagiustizia. Nello stesso tempo, attraverso i suoi canali, si occupa di divulgare temi di cronaca nera e giudiziaria che hanno segnato la storia recente e passata.

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