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Ezio Greggio & Enea

Il comico si è prodigato in un lungo discorso pubblicato sui social promettendo sostegno economico attraverso la sua associazione alla madre del piccolo. E' stato sommerso da una pioggia di critiche.

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Enea, il bambino lasciato alle porte dell’ospedale Mangiagalli di Milano nel giorno di pasqua, è immediatamente assurto all’onore delle cronache per il gesto discutibile ma forse giustificabile della madre, per la lettera di quest’ultima trasudante amore nei suoi confronti ed infine per le parole del noto personaggio di spettacolo Ezio Greggio.

Il comico, da decenni alla guida del telegiornale satirico Striscia la Notizia, si è prodigato in un lungo discorso pubblicato sui social promettendo sostegno economico attraverso la sua associazione alla madre del piccolo se mai si fosse rifatta viva.
Apriti cielo.

Gli stessi social che il comico aveva utilizzato come megafono offrendosi come garante eccellente sono insorti contro di lui.
Come ti permetti, ha detto qualcuno, di giudicare la decisione di una donna che ha fatto una scelta precisa e meritevole di rispetto? Come ti permetti di ergerti a padreterno offrendo una mano non richiesta?
Sei un comico, in sostanza. Fai il comico. Fingi di ridere, butta giù qualche battuta recuperata dagli anni ottanta, incassa il tuo lauto stipendio e fatti i cazzi tuoi.

I cavalieri del buonsenso, o meglio gli haters sotto mentite spoglie, non hanno fatto sconti.
Ma dimentichiamoci per un istante del Greggio personaggio e dedichiamoci ad Ezio, nella sua nobiltà d’animo nascosta da sempre ma, sottotraccia, incisiva come quella di pochissimi altri.

Nel 1994 ha fondato un’associazione a sostegno dei bambini nati prematuri ed ha elargito senza alcuno scopo di lucro fondi e lettini termici ad oltre settanta ospedali. Di conseguenza ha permesso o aiutato a sopravvivere oltre 15mila bimbi. Sono fonti sanitarie ufficiali.
Lo sapevate? No. Perché fare beneficenza ai senzatetto a bordo di una Lamborghini con fotografi al seguito non è e non dovrebbe essere una regola.

Quindi torniamo al caso di Enea.
Greggio nel suo discorso sfiora la questione economica e forse la sottintende considerandola un’eventualità. Quindi si offre di sostenere la madre, appunto, economicamente.
Gliela faceva fare qualcuno?
Poi, altra frase criticata, sostiene che il bimbo sarebbe felice di poter vivere con la sua “vera” madre.
Altra cascata di critiche. Perché? Una madre adottiva non sarebbe una vera madre?

No, o meglio, non sarebbe la madre biologica. Altrettanto brava, forse quello si. Persino di più magari.
Ma un’adozione, il gesto più ammirevole che esista, non significa necessariamente offrire un’alternativa incontrovertibile.
E’ naturale. Se la mamma di Enea decidesse di rinunciare a crescere suo figlio sarebbe un suo sacrosanto diritto. Se qualcuno, una coppia etero o omosessuale indistintamente, adottasse il piccolo, sarebbe da applaudire. Sempre e comunque.
Ma resta l’immagine di un uomo fermo in una stanza. Un uomo ricco, famoso, senza nient’altro da chiedere alla vita, “nudo” e sincero.

Ezio Greggio ha allungato una mano ad una mamma che forse, e sottolineo forse, potrebbe aver rinunciato a suo figlio per una mera questione economica. Le ha offerto il suo aiuto, semplicemente.
E, come spesso accade, si è reso colpevole di un errore imperdonabile: in un mondo di finti benefattori e opportunisti la bontà d’animo verrà sempre considerata fuori luogo.
Meglio voltarsi dall’altra parte, rinunciare a credere a qualsiasi cosa e pensare che, in fondo, Enea se la caverà comunque.
E si fotta tutto il resto.

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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