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Ron Jeremy evita il processo per stupro poichè soffre di demenza. Ecco la sua vera storia

Ron Jeremy, celeberrimo divo del porno (votato nel 2003 come il migliore di sempre) non sarà processato per stupro ai danni di 21 donne negli Stati Uniti

Figlio di un fisico e di una dipendente dei servizi segreti americani, protagonista di oltre duemila pellicole a luci rosse, era il dotatissimo brutto che tutti i registi hard si contendevano. Si è sempre protestato innocente

ron jeremy

NEW YORK (Stati Uniti)

Lo chiamavano Il porcospino, perchè, per sua stessa definizione è «basso, grasso e peloso». Ron Jeremy, all’anagrafe Ronald Jeremy Hyatt, da quasi due anni è in galera con l’accusa di stupro. Ma, prima, per decenni, ha attraversato il filone d’oro delle luci rosse, dalla fine dei Settanta fino almeno al 2018, passando anche per tv e cinema tradizionale. Rischiava 250 anni di carcere, ma il Los Angeles Times ha visionato una mail del viceprocuratore Paul Thompson, secondo il quale «in seguito all’esame degli esperti, l’imputato sarà dichiarato incapace di essere processato … la sua prognosi di miglioramento non è buona».

 

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L’ex divo dell’hard soffre di demenza, con scarse possibilità di recupero. Ma certo sorprendevano anche le accuse di 21 stupri per un uomo che non solo aveva sempre avuto sul set le più belle donne dell’hard a sua disposizione, ma che per 40 anni ha girato qualcosa come 4 film al mese, per oltre duemila pellicole a luci rosse. O almeno, questa è più o meno la tesi del suo avvocato.

ron jeremy

UNA VITA NELL’HARD

Ron ha frequentato l’hard quando era proibito e schifato, diventandone una stella grazie al fatto che la sua bruttezza passava in secondo piano rispetto ad altre doti più necessarie nel mestiere, su cui eccelleva, tanto da essere soprannominato anche «uomo baobab».

E certo però, nessuno se lo sarebbe aspettato: figlio del fisico Arnold Hyatt e di una curatrice di progetti editoriali con un passato nell’Oss, l’agenzia antesignana della Cia, la famiglia immaginava per lui tutt’altro avvenire. Lo zio pare invece fosse un gangster che aveva avuto legami anche con Bugsy Siegel, il mafioso legato al sindacato ebraico. E in effetti Ron iniziò come supplente di educazione fisica.

 

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Ma l’istinto prevalse presto verso la carriera a luci rosse. Faceva la parte del simpaticone e in Italia, dove giunse già famosissimo, ebbe enorme successo in pellicole nostrane a partire da “Cicciolina e Moana Mondiali”, porno realizzato in occasione di Italia 90, e poi nella serie di film di Mario Salieri, come “Concetta Licata”, accanto a Selen, o ne “Le avventure erotiX di Cappuccetto Rosso”, a fianco della compianta Barbarella.

 

Nel 2003 fu votato come il miglior attore porno di sempre: la rivincita dell’uomo bruttarello e sovrappeso sui macho dell’era moderna, anche se con quel qualcosa in più. Il mondo musicale lo chiamò per alcuni video e fu consulente per le scene di sesso di cult come 9 settimane e ½Boogie Nights – L’altra Hollywood. Entrò nel mondo della tv e del cinema tradizionale, senza mai lasciare il “primo amore”. Fu lui, peraltro, a lanciare nell’hard lo sfortunato John Wayne Bobbitt, l’uomo evirato dalla moglie Lorena, in una delle storie di cronaca nera più terribili e famose del mondo.

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ron jeremy

I GUAI DI RON JEREMY

Poi, a giugno 2020, in piena pandemia, la notizia choc dell’arresto. Lo accusano di aver stuprato 3 donne e di averne aggredita sessualmente una quarta tra il 2014 e il 2019. Le presunte vittime vanno dai 25 ai 46 anni di età. Uno stupro lo avrebbe commesso nella sua casa di Los Angeles, gli altri 3 in un bar di Hollywood. Rischia 90 anni. Si protesta innocente.

 

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Il suo legale, Stuart Goldfarb, definisce le accuse «sorprendenti» e replica: «Ron, nel corso degli anni, per quello che è, è stato praticamente l’amante di oltre 4 mila donne. E affermare che è uno stupratore va oltre. Voglio dire: le donne gli si lanciano addosso». Ma passano quattro mesi e piovono altre 20 accuse dello stesso genere, violenze sessuali ai danni di 13 donne, tra cui una ragazza appena quindicenne all’epoca dei fatti. Fatti piuttosto datati nel suo caso: il 2004.

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L’ultima violenza risalirebbe invece al primo gennaio 2020. Stavolta Ron rischia 250 anni di carcere. L’industria dell’hard lo mette al bando da alcuni eventi. Il suo sito appare oggi vuoto e in manutenzione. Alla fine le donne che lo accusano diventano 21. Ma oggi è impossibile mandarlo a processo. Vogliono che si sottoponga a visite psichiatriche per capire se possa migliorare.

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Prosegue infatti la mail visionata dal Los Angeles Times: «Se non migliora, non saremo in grado di processarlo per i suoi crimini. Poiché i procedimenti penali sono sospesi fintanto che è incompetente, non possiamo nemmeno ottenere da lui una dichiarazione di colpevolezza o discutere altre misure per ottenere giustizia per le vittime in questo caso».

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Durante una visita del suo avvocato prima di un’udienza chiave, Ron non è stato in grado di riconoscerlo. E nell’ospedale psichiatrico in cui sta, ha detto di voler girare un porno con le infermiere. Il giudice alla fine ha stabilito che non è processabile. A breve ci sarà un’udienza per stabilire se debba essere ricoverato.

 

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