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Silvana Erzembergher, cos’è scattato davvero nella mente della pensionata con la pistola?

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Silvana Erzembergher, pensionata di 71 anni, ha ucciso a colpi di pistola il vicino di casa e ne ha ferito gravemente la moglie. Nessuno capisce come sia maturato tanto odio. Ai carabinieri ha detto soltanto: “Non mi facevano dormire da quattro anni”

La figlia dell’assassina ha chiesto scusa e non si capacita di quanto commesso dalla madre. Mentre quello della vittima si è chiesto: “Perché quella donna aveva una pistola?”

Ma cos’è scattato davvero nella mente della pensionata? La ricostruzione del caso nell’approfondimento di Cronaca Vera

Silvana Erzenbergher

Silvana Erzembergher li ha attesi che uscissero di casa con Chanel, la loro cagnolina. Poi ha estratto una calibro 38 e ha sparato. Ha ucciso il vicino di casa Luigi Casati, 62 anni. E poi, quando la moglie Monica Leoni, 57, si è inginocchiata a fianco del marito disperata per i colpi esplosi e per cercare di soccorrerlo, ha sparato anche a lei, centrandola alle gambe.

Una mattina da Far West a Treviglio, nella bergamasca, una specie di esecuzione sotto gli occhi atterriti degli abitanti del condominio Quadrifoglio. Qualcuno di loro ha anche ripreso la scena immediatamente successiva con il cellulare, con l’assassina che aveva ancora l’arma puntata verso le vittime e che poi guardava su in alto, verso la telecamera.

Ma questo non era un regolamento di conti tra gang. È l’incredibile epilogo di dissapori tra inquilini dello stesso palazzo. La donna che ha sparato è infatti una pensionata, che, tornata nella sua abitazione, ha aperto ai carabinieri che hanno suonato alla sua porta. E alla vicina che li accompagnava, Anna Leoni, ha rivolto un saluto come se nulla fosse successo: «Ciao Anna».

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Silvana Erzenbergher

CHOC A TREVIGLIO

Ma chi è Silvana? Le terribili immagini dei telefonini la fotografano sulla scena del crimine, con l’impermeabile azzurro, la sciarpa intorno al collo e gli stivali. Settantunenne, vedova da vent’anni, tre figli, aveva lavorato nei mercati per una vita con una bancarella di abbigliamento.

Dal 2001 era in possesso della pistola e della regolare licenza per sparare al poligono. L’aveva rinnovata nel 2015. Poi, dopo i vari lockdown, l’ultimo rinnovo era slittato. E c’è ora chi si chiede perché fosse ancora armata dato che non solo ai condomini avrebbe detto spesso a mo’ di minaccia «ho la pistola e la so usare», ma che era stata denunciata l’estate scorsa per aver aggredito con un bastone proprio Monica Leoni, cui ora ha sparato.

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Silvana Erzenbergher

Pare tuttavia che, per un errore, il suo nome nella denuncia della vittima era stato sbagliato e non vi era stato alcun seguito.

Racconta ai cronisti Francesca Turiani, che vive nello stesso palazzo: «Dopo i primi spari mi sono affacciata. Per terra c’era Luigi, Silvana era ancora là che puntava la pistola contro. Poi è arrivata Monica che si è abbassata a fianco del marito e a quel punto Silvana ha sparato ancora ferendola alle gambe. C’era chi gridava “scappate, scappate”. Anche dopo Silvana teneva fissa la pistola su di loro come se volesse continuare a sparare ma avesse finito i proiettili».

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Un’altra residente ricorda di essere stata minacciata lei stessa dalla pensionata in passato: «Bastava un niente che ti prendeva di mira». E un’altra vicina ricorda che, la mattina del delitto Silvana era già in strada un’ora prima di sparare. Altri la rammentano come una persona tranquilla.

Anna Leoni, la residente che Silvana ha serenamente salutato al momento dell’arresto: «L’unica a creare problemi è la signora. Vive qui da anni, ma ha cominciato ad avercela con i Casati dall’estate scorsa. Un motivo non c’era, di notte si metteva anche a suonare i campanelli. Si inventava cose contro di loro».

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Silvana abitava a pianoterra, i Casati in quello immediatamente sopra. E l’unica cosa che la donna ha detto ai carabinieri è stata: «Non ce la facevo più, non dormivo più da quattro anni». Poi, davanti al pm Guido Schininà, si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Il figlio dei Casati, Emanuele, 35 anni, dice ai giornalisti: «È da anni che andava avanti questa storia. Quella vicina si inventava le cose. Diceva che i miei le facevano i dispetti ma non c’era niente, niente. «Perché non le avevano tolto la pistola? Perché aveva il porto d’armi? Io non lo so, qualcuno me lo dovrà spiegare».

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LA FAMIGLIA

La figlia dell’assassina, Monica Zanda, ha parlato in lacrime a Pomeriggio Cinque: «Chiedo umilmente scusa alla famiglia: non era mia madre, è sempre stata una brava persona che dava da mangiare agli uccellini e amava i cani». Dice che la mamma, dopo l’arresto «ha avuto un infarto, non è cosciente e non si rende conto di quello che è successo».

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Lei e il fratello Franco sono accorsi al palazzo appena saputa la notizia. Claudio Fioriti, marito di Monica e genero di Silvana, si sfoga con il Corriere della Sera: «Lei ha sbagliato, è fuori di dubbio, ma abbiamo sbagliato anche noi, non dovevamo lasciarla a vivere là. Lunedì abbiamo mangiato tutti insieme, era tutto perfetto. Niente faceva pensare a quel che sarebbe successo».

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Silvana Erzenbergher

Però, differentemente dai condomini che parlano di accuse inventate contro vari vicini, prova a spiegare l’esasperazone della suocera: «Mia suocera era vittima di scherzi, le suonavano il campanello alle 4 di mattina. Per questo mia moglie Monica, sua figlia, aveva passato molte notti a casa sua. Non poteva più vivere in quel palazzo. Certo non andava d’accordo con i vicini ma chi non ha un vicino con cui non va d’accordo? Quel che ha fatto è sbagliato, il nostro sbaglio più grande è stato non portarla via».

 

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