Giornalista e scrittore, quando parla (in televisione) e scrive (negli articoli, nei libri e via social) di calcio, Simone Togna appassiona, coinvolge e … sì riesce addirittura a emozionarsi, emozionando. E con lui, volentieri abbiamo scambiato due parole…
Quanti libri hai scritto?
Allora, “Storie di scrittori dipendenti dai sogni” è un libro sulla passione per il mondo del calcio e sulla capacità dei protagonisti delle trenta storie narrate di aver conseguito quella felicità che ti pervade tutto il corpo grazie al raggiungimento di un obiettivo che poteva sembrare quasi utopistico. L’incontro dal vivo con il proprio idolo ammirato precedentemente solo in televisione, l’aver attraversato fisicamente tutto il globo terrestre per poter assistere ad uno specifico match, l’importanza di essersi aperti al mondo sono solo alcune delle esperienze vissute sulla propria pelle dai vari fans, provenienti da ogni angolo della Terra.
Poi sbaglio o hai scritto una particolare storia dedicata a un trainer specialissimo?
Sì… “Un mister in Cina” racconta l’esperienza lavorativa di Kévin Cauet, figlio dell’ex giocatore dell’Inter Benoit, con l’Inter Academy il tecnico francese ha vissuto da protagonista, e constatato in prima persona, quella fame di calcio che negli ultimi anni è esplosa nel Paese Asiatico. Da qui, attraverso il suo percorso, emerge il rapporto dei locali con questo sport e vengono alla luce tutte quelle sfaccettature tipiche di una nazione così lontana in termini chilometri e distante. Ah … leggendo l’esperienza di Cauet Junior emergono tanti aspetti che lasciano intendere che, beh, difficilmente la Cina diventerà una potenza calcistica anche per i suoi schematici metodi d’allenamento, sistemi che smorzano, sul nascere la fantasia dei calciatori. Entrambi i libri sono editi da Urbone Publishing.
Giuseppe Marotta, general manager dell’Inter è oggi il miglior dirigente calcistico italiano?
E’ indubbiamente tra i migliori, tra i top e lo si è notato subito sino dall’inizio, dai suoi primi giorni interisti, quando iniziò a tagliare qualche ramo secco e soprattutto mise praticamente alla porta, dimostrando che tutti sono utili, ma nessuno è indispensabile, l’allora capitano nerazzurro Icardi e la sua compagna – manager Wanda Nara.
Il direttore sportivo Piero Ausilio?
Bravissimo a cogliere e portare a termine il colpaccio Lautaro Martinez, con Marotta è migliorato e può ancora crescere, ma qualche errorino fisiologico, chi non sbaglia del resto, l’ha fatto, soprattutto nell’acquisto dei laterali, ma ripeto è un validissimo professionista. Fammi tuttavia dire una cosa.
Prego…
Di Roberto Samaden, responsabile del settore giovanile dell’Inter Milano si parla poco, ma è bravissimo, un autentico fuoriclasse nello scovare giovani da lanciare in prima squadra o da cedere quali contropartite tecniche oppure da lasciar partire in prestito per evolvere ulteriormente. Samaden è un valore aggiunto.
L’Atalanta può dire la sua in chiave scudetto?
Assolutamente sì, quella atalantina è ormai una bella realtà, una certezza grazie all’allenatore Gasperini, al direttore Sartori e alla proprietà rappresentata dalla famiglia Percassi.
Stefano Mauri