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I Novax, nuovi mostri da sbattere in prima pagina

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Ci sono cittadini che hanno scelto di non vaccinarsi, come era chiaramente possibile fin dall’inizio. Ora, da più parti invitano a licenziarli, a toglier loro la sanità pubblica, pur non violando essi alcuna legge, né norma amministrativa. Li chiamano criminali e qualcuno invoca addirittura il “piombo”. Per poi dire di sentirsi minacciato…

 

A gennaio i nostri parlamentari presenti a Strasburgo prendevano atto della risoluzione 2361 su diritti umani e vaccini Covid: non saranno obbligatori, a nessuno verrà fatta pressione per farli, nessuno sarà discriminato per non averli fatti, gli Stati metteranno da parte dei fondi per risarcire eventuali danni (GUARDA).

Il primo marzo l’eventualità di un lasciapassare vaccinale generava enormi dubbi nel Garante della Privacy, che chiedeva una legge nazionale per la sua istituzione: «I dati relativi allo stato vaccinale, infatti, sono dati particolarmente delicati e un loro trattamento non corretto può  determinare conseguenze gravissime per la vita e i diritti fondamentali delle persone: conseguenze che, nel caso di specie, possono tradursi in discriminazioni, violazioni e compressioni illegittime di libertà  costituzionali». È lampante: chi vuole vaccinarsi lo fa, chi non vuole no. E nessuno strumento può fare pressioni.

Ma sei mesi più tardi la situazione è definitivamente sfuggita di mano. Nessun politico ha mai parlato di risarcimenti, chi ancora non si è fatto inoculare viene trattato alla stregua di un reietto. E questo nel migliore dei casi. Il quotidiano Libero definisce i novax “criminali”, qualcun altro si azzarda a definirli “terroristi”. E il Corriere della Sera si chiede serenamente se i novax possano essere licenziati, così, senza che essi abbiano violato alcuna legge o norma amministrativa. Su tv e giornali, con l’unica eccezione de La Verità, è un coro unanime di “sbatti il mostro in prima pagina”. Nel silenzio generale, dunque, qualcuno va oltre. L’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato, in un’intervista al Messaggero dice: «I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle Terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri». Nessuno che gli spieghi, anche se dovrebbe saperlo, che la Regione gestisce la sanità pubblica, non il suo diritto d’accesso gratuito, che è uno dei capisaldi della Costituzione: il diritto alla salute è garantito anche agli stranieri, ma pure ad assassini, stragisti, pedofili e delinquenti della peggior specie, figuriamoci a chi non viola nemmeno una legge.

I virologi, sempre più star da salotto, chiamano i novax ignoranti, sorci, li denigrano quotidianamente e invitano a licenziarli. Poi vanno in tv e dicono che qualcuno li ha minacciati in Rete. Strano. I dati dicono che tre italiani su dieci non si sono fatti vaccinare. Ma se prendiamo i numeri della popolazione in età lavorativa e quelli di chi pur essendo vaccinato, non vuole fare altrettanto con i proprio figli, le cifre salgono verso i 4 su 10. L’Italia è spaccata quasi a metà. Ci si aspetta così un intervento del Presidente della Repubblica per fermare la discriminazione in atto sui media di una buona parte del Paese, secondo l’articolo 87 della Costituzione che lo vuole a rappresentare l’unità nazionale. Ma le uniche parole del presidente Mattarella sono le seguenti: «Fare il vaccino è un dovere morale e civico». Invece no. Questo vaccino è su base volontaria, com’era chiaro fin dall’inizio. Ma tutti sembrano averlo dimenticato. Il grimaldello per spingere alla vaccinazione è il famigerato lasciapassare che, troppi mesi fa preoccupava il Garante: il Green Pass. Bene. Essendo acclarato che chi si vaccina possa contagiare e contagiarsi, ammalarsi e morire anche dopo due dosi, come documenta in maniera inquietante ciò che accade oggi in Israele (il Paese più vaccinato del mondo), ci si aspetterebbe, in caso di emergenza, un Green Pass da tampone per chiunque, vaccinati e non. Invece, il consulente alla Salute Walter Ricciardi ne propone un uso più restrittivo, ma in maniera totalmente diversa: «Non andrebbe dato più a chi fa il tampone, ma dovrebbe essere una certificazione rilasciata soltanto a chi si è vaccinato o è guarito». Il motivo? «Sarebbe un altro modo per spingere ancora di più alla profilassi». Ovvero quelle pressioni che Strasburgo esortava a non fare.

Ma non c’è solo lui. All’Università di Trieste si è arrivati al punto di imporre il Green Pass anche a chi fa esami da casa, a distanza: scientificamente un’idiozia. Ma è una pressione anche questa. Fino ad arrivare a episodi folli, come quanto accaduto a Brescia, dove alcuni passanti hanno visto un’auto finita nel lago a Campione del Garda, e hanno chiamato i soccorsi. Sarebbe dovuto intervenire l’elicottero, data l’urgenza. Ma siccome i sommozzatori non avevano il Green Pass, sono dovuti arrivare in macchina presentandosi un’ora e mezza più tardi anziché in un quarto d’ora. Per fortuna, dentro la macchina, non c’era nessuno. Ma se nessuno reagisce chiunque si sente autorizzato ad alzare il tiro e ad aumentare la tensione. Con provocazioni da togliere il fiato: di fronte all’ipotesi che i novax bloccassero le stazioni per protestare contro il Green Pass, Giuliano Cazzola, esponente di Europa+, ha infatti dichiarato serenamente in tv, a Stasera Italia: «Uno che ha paura di farsi un vaccino perché deve bloccare le stazioni? Se lo faccia e stia buono. La ministra richiami in servizio il ‘feroce monarchico Bava che con il piombo gli affamati sfamò’». Si tratta del generale Fiorenzo Bava Beccaris, noto per aver sedato una rivolta a Milano nel sangue nel 1898, facendo sparare sulla folla e causando 83 morti. Forse Cazzola non lo sa, ma fu quello l’episodio che portò l’anarchico Gaetano Bresci ad ammazzare il re.

(Anticipazione del Momento di Cronaca Vera, in edicola da martedì 7 settembre)

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