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Quella sporca ultima dose (di vaccino)

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In Israele due dosi di vaccino anti Covid valgono ormai come zero dosi. Parola del premier Bennett. E in Italia? Ecco cosa succederà (fidatevi)

 

Titolo del 9 luglio sull’agenzia Adnkronos: “Vaccino covid, Iss: ‘Protegge tutti al 100% da malattia grave’”. L’artcolo riportava i risultati dello studio dell’Istituto Superiore di Sanità. D’altra parte, lo avevano detto subito esperti, ministri, politici e salottieri vari: chi si vaccina dal Covid è sostanzialmente salvo. Come no. Più di qualche dubbio lo avevamo avanzato in tempi per nulla sospetti, scrivendo che il rischio era che questa pandemia non finisse mai, con o senza novax. Il 18 agosto negli Usa, Paese con un altissimo numero di vaccinati, i contagi sono stati 8600 in 24 ore, come non accadeva da gennaio.

E in Israele, dove oltre un milione di abitanti ha già ricevuto la terza dose, la situazione è critica. Tanto che a Ferragosto, il premier Naftali Bennett scriveva sui social: “78 dei 79 israeliani morti la scorsa settimana, non hanno eseguito tutti e tre i vaccini necessari. Insomma, il terzo vaccino non è un lusso. Salva davvero vite. La mancata vaccinazione per la terza volta lascia i cittadini più anziani in pericolo di vita. Uscite e vaccinatevi ora”. Come dire che due dosi è come zero: ci si contagia, ci si ammala anche gravemente e si muore. Tre giorni dopo c’erano 8716 contagi registrati, 570 dei quali gravi. Pare di essere tornati indietro di una vita.

In altri Paesi è già programmata una terza dose in un solo anno. E presto, come vi avevamo anticipato e ribadiamo, arriverà anche in Italia nonostante i dubbi del momento. Si dirà: colpa della famigerata variante Delta. Sì, ma Walter Ricciardi, superconsulente del ministero della Salute, aveva spiegato a La7 il 15 luglio come si formassero le varianti: «Derivano dal fatto che il virus, per esempio, trovando un soggetto vaccinato, che quindi in qualche modo gli resiste, cerca di identificare le strade per aggirare la vaccinazione».

Walter Ricciardi a La7 spiega l’origine delle varianti

 

Se ne deduceva un terribile circolo vizioso: più persone si vaccinano, più si generano varianti che bucano i vaccini. Ma poi è stata tutta una corsa alla smentita. A partire dalla Federazione degli Ordini dei Medici, che ha scritto: «Si è diffusa nell’opinione pubblica l’idea che siano state le campagne vaccinali stesse a indurre il virus a trovare nuovi modi per sfuggire all’azione degli anticorpi prodotti dal sistema immunitario. Non è così, e possiamo dirlo con certezza». Sostenendo cioè l’esatto opposto di quanto raccontato dal superconsulente alla Sanità. Da che parte stia la ragione non lo sappiamo. Ma probabilmente non lo sa nessuno.

Tantomeno i soliti virologi italiani, che nel corso della pandemia hanno sgomitato per prendersi la scena: chi per dire che in Italia non c’era alcun pericolo, chi per dire che il Covid era solo un’influenza, chi giurando che non si sarebbe mai vaccinato (per poi cambiare repentinamente idea). Gli stessi che ora vorrebbero il licenziamento di chi non si fa inoculare o che i non vaccinati si paghino le eventuali cure di tasca propria. Il caos è totale. Una circolare, la 2842, fa sapere che l’Inps dal 6 agosto non pagherà più la quarantena degli asintomatici. Norma retroattiva dal primo gennaio. Facile immaginare che ci sarà ora chi penserà bene di non farla e di non informare nessuno, evitando ogni prudenza. Si torna così al lavoro in un clima di odio sociale tra pro e novax, con il debito pubblico salito di 9,2 miliardi in un solo mese, mentre il governo, dopo aver distribuito elemosine, arma il braccio del fisco per ricominciare a spedire cartelle esattoriali. Non bastasse, il famigerato Green Pass devasta le entrate degli esercizi commerciali e genera ricorsi a ripetizione. Anche perché il ministero – che fa orecchie da mercante sui risarcimenti per danni da vaccino chiesti da Strasburgo – fa sapere che non ci saranno tamponi gratuiti per ottenere il lasciapassare senza vaccinazione. Ma qualcuno si è stufato. Una dottoressa sospesa perché non si era fatta la puntura si è presentata all’hub vaccinale di Lodi, con l’avvocato Fabio Daprati, e la polizia. Il legale ha spiegato a Il Giorno che la sua assistita «non si era potuta vaccinare perché ha ritenuto di non essere stata adeguatamente informata sul contenuto farmacologico del vaccino». E cos’è successo all’hub, polizia presente a verbalizzare? Questo: «Dato che nelle missive che ha ricevuto la mia cliente, sia dall’Azienda di Melegnano Martesana, che dall’Ordine, rifacendosi all’articolo 4 del decreto legislativo 44 del 2021, si dice al dipendente “vai a vaccinarti con un prodotto che è funzionale a evitare il contagio da infezione da virus Sars- Cov-2”, abbiamo posto la seguente domanda: “Il prodotto che voi somministrate è funzionale a prevenire-evitare il contagio e l’infezione da virus Sars Cov 2?”. E il dottore ci ha verbalizzato “no”». Ma non è finita. L’avvocato ha posto una seconda domanda: «“Ritiene che il prodotto che state somministrando permetta di assolvere all’obbligo giuridico contenuto nell’articolo 4 del decreto legge 44 del 2021?”. E il medico ha detto di non essere in grado di rispondere a questo “quesito giuridico”. Ma se l’obbligo giuridico contempla quelle parole, parlando di un prodotto che sia funzionale a evitare un contagio da virus e tu mi stai somministrando un prodotto che non serve a quello, cosa ulteriormente dimostrata dai bugiardini, che dicono che il prodotto somministrato serve per combattere le conseguenze da malattia Covid 19 e non dal virus di un ceppo che potrebbe sviluppare altre malattie, c’è una discrepanza tra l’oggetto dell’obbligo di legge e il prodotto che viene somministrato. Quindi chiederò il reintegro della mia assistita. Altrimenti o si dovrà cambiare la legge o modificare il vaccino».

Ma non era tutto certo, granitico, come dicevano in tv? Chi lo sa. Fate una prova. Prima di firmare il consenso informato della prima o della prossima terza dose, ponete le stesse domande ai medici dell’hub. È un vostro diritto.

(Anticipazione dal Momento di Cronaca Vera, in edicola martedì 24 agosto)

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