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Salvatore Coppola: ho sfornato più di un milione di pizze tra Italia e Germania

Il pizzaiolo campano cremasco crede nella sinergia tra cultura e gastronomia, abbinamento da sostenere

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Cremasco, o meglio, ormai pianenghese di Pianengo d’adozione, a parte la fede calcistica che rimane dedicata al Napule, Salvatore Coppola  da Nocera Inferiore (Salerno), pizzaiolo da una vita, dall’alto dei suoi 64 anni portati bene, beh ha sfornato più di un milione di pizze. E non ha intenzione di fermarsi…

Come sei finito in Lombardia?

E’ una storia lunga…

Hai voglia di raccontarcela?

Ai miei tempi, chi come me proveniva da famiglie numerose e diciamo poco abbienti, ecco era costretto a imparare presto un mestiere e lasciare casa o addirittura regione. A me capitò, appena quattordicenne, di imbattermi in un pizzaiolo e … fu così che mi trovai a Piacenza.

E dopo la parentesi piacentina?

Iniziai un tour per l’Italia del Nord e la Germania.

E come ti sei trovato in terra teutonica?

A Flensburgo mi trovai benissimo. Erano i mitici anni Settanta e i tedeschi apprezzavano le mie pizze. Poi tornato in Italia mi trasferii sul lago di Garda dove conobbi mia moglie e decisi di tornare al sud a Pagani. Ma giù non trovai lavoro e dopo aver fatto di tutto per sbarcare il lunario, decisi di rifare la valigia e trasferirmi in Lombardia, a Pianengo, vicino a Crema, il paese in provincia di Cremona che mi ha adottato.

Da quanto tempo sei cremasco?

Da oltre quarant’anni, vale a dire da quando rilevai il ristorante pizzeria Il Faro, quello che ancora oggi, in questi tempi di emergenza sanitaria da Coronavirus e crisi economica è il mio locale. E adoro il vostro piatto per eccellenza: i Tortelli Cremaschi.

Sei stato tra i primi, creando l’ambientazione “Il Cenacolo della Commedia” a intuire le potenzialità dell’unire gastronomia e cultura creando avvenimenti ad hoc…

Sì e ne vado orgoglioso, ma le istituzioni dovrebbero sostenere chi organizza appuntamenti culturali. Una volta al mese, ospitavo al Faro eventi artistici, musicali, teatrali e presentazioni di libri, ma facendo tutto da solo ci ho rimesso tanti quattrini.

Forte della mia esperienza dico quindi che enogastronomia e arte possono aiutare la ripresa in Italia, ma la politica deve sostenere i privati che investono in tal senso.

La tua pizza preferita?

Ho sfornato più di un milione di pizze nella mia carriera e adoro sempre la Margherita.

Al tuo Faro si mangia pure ottimo pesce di mare cucinato alla partenopea…

Merito di mia moglie Lina, cuoca e donna stupenda.

E Silvano Usini, campionissimo di pugilato, adora le tue carni…

Cerco di reperire le materie prime migliori, per quanto riguarda la carne scelgo sempre quella di Scottona italica.

Hai un sogno nel cassetto?

Vorrei recuperare al fasto dei migliori giorni tutto l’immobile che ospita il mio ristopizzeria, ma sono tempi problematici.

Tifi sempre per il Napule?

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Certamente.

Ti piace mister Ringhio Gattuso?

E’ un grande allenatore, al Napoli servirebbero calciatori importanti e un altro presidente. E’ De Laurentiis il problema, non il tecnico.

 

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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