Culture

Arriva Mister Noir, il primo eroe disabile del giallo italiano firmato Sergio Rilletti

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L’eccentrico e infallibile detective privato Mister Noir, affetto da tetraparesi spastica, e la sua bella e combattiva assistente accettano i casi che nessun poliziotto convenzionale sarebbe in grado di risolvere. Una raccolta di romanzi brevi e racconti, con anche storie inedite, in cui lo scrittore Sergio Rilletti si diverte a mescolare generi e sottogeneri, in una frizzante miscela che intreccia suspense, mistero e fantastico

 

 


Da Cronaca Vera

Sergio Rilletti, milanese, classe 1968, diplomato in analisi contabile e in sceneggiatura alla Scuola del Fumetto, è l’inventore di Mister Noir, il primo eroe diversamente abile della letteratura italiana, nonché alter ego di carta dello scrittore. Lanciato anni fa su “M-La Rivista del Mistero”, curata da Andrea Carlo Cappi e Andrea G. Pinketts, Mister Noir arriva ora in libreria con una prima raccolta di sue avventure, per l’editore Oakmond Publishing. Abbiamo incontrato Rilletti per farci raccontare il suo protagonista.

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Chi è Mister Noir e a chi è ispirato?

«Mister Noir è un geniale detective privato affetto da tetraparesi spastica, vive e lavora a Milano, ed è altamente ironico, tant’è che si considera un super-dotato in un mondo popolato da semplici normodotati. È assistito da Consuelo Gomez, una domestica filippina brontolona, e da Elena Fox, la sua bella e letale assistente che lo aiuta nelle indagini. Nonostante il suo handicap – che lo costringe sulla carrozzina e gli crea qualche problema nei movimenti e nel linguaggio – ha un forte senso dell’umorismo, con il quale spiazza i suoi interlocutori e fa spazientire Consuelo e il commissario Cordieri. Detesta il bullismo, le ingiustizie, e l’omertà – a qualsiasi livello – contro cui reagisce sempre in maniera piuttosto decisa. In compenso, entra in empatia con i bambini, verso i quali si intenerisce! Guida con disinvoltura una possente carrozzina elettrica e, all’occorrenza, un furgone nero super-attrezzato che, da autentico uomo d’azione qual è, utilizza anche in modo improprio! Si ha qualche perplessità sul fatto che Mister Noir possa chiamarsi proprio così, ma a chiunque osi chiedergli il suo vero nome, con uno sguardo che ne rimarca l’ovvietà lui risponde: “Mister!”. Il suo personaggio e quello di Elena sono liberamente ispirati a me e alla mia amica Simona, ma anche a John Steed e a Emma Peel (alias Patrick MacNee e Diana Rigg), protagonisti di “Agente speciale”, un telefilm che vedevo quand’ero bambino e di cui cerco di riprodurre l’ironia e la briosità. Inoltre, c’è anche un po’ di Bud Spencer, la cui comicità andava ben oltre le semplici, seppur inimitabili, scazzottate».

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Quanto c’è di autobiografico nei tuoi racconti?

«Quella pubblicata da Oakmond Publishing è un’antologia che raccoglie undici storie, tra racconti e romanzi brevi, di cui tre inediti scritti appositamente per questo volume, per un totale di 393 pagine. Di questi racconti, quattro sono strettamente legati a mie vicende personali estremamente importanti e, in questi casi, fantasia e autobiografia si fondono pur rimanendo distinte tra loro; mentre, in altri casi, ho utilizzato ambienti e situazioni a me cari, appartenenti al mio presente o al mio passato. “Testimonial di una profezia” e “Assalto alla RAI” sono due thriller costruiti proprio su due mie esperienze autobiografiche particolarmente significative, che ho voluto raccontare fedelmente senza alterare in alcun modo la realtà. “Assalto alla RAI” è anche un crossover tra le avventure di Mister Noir e la mia saga autobiografica “Solo!”, disponibile gratuitamente sul web. È un racconto che ho dedicato alla meravigliosa coppia di giovani che il 9 aprile 2006 mi soccorse al Parco di Monza, e a Luca Crovi, che mi ha in vitato alla trasmissione “Tutti i colori del giallo” (Rai Radio Due) a Azione e divertimento parlare di questa straordinaria vicenda. “Inseguimento a ruota”, invece, è una storia totalmente autobiografica, che però ho preferito attribuire a Mister Noir, per renderla più credibile!»

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Come affronterebbe Mister Noir la pandemia in corso?

«Mister Noir sostiene che bisogna essere sempre razionali, indipendentemente da ciò che ci viene detto. Quindi, finché non verrà distribuito il vaccino lui continuerà a seguire tutte le norme di sicurezza che ben conosciamo, indipendentemente da eventuali nuove disposizioni ministeriali. Anche perché ritiene demenziale smettere di fare una cosa sensata solo perché non sei più obbligato a farla. Inoltre, mi ha confessato che detesta chi sfoggia la propria faccia tosta senza mascherina, ma che – con molto impegno – comunque riesce a non travolgere tali soggetti con la propria possente carrozzina elettrica».

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Sergio Rilletti e l’amica Simona

 

C’è un fatto di cronaca nera, tra gli altri, che avresti voluto fosse risolto da Mister Noir?

«Sì, il delitto di Meredith Kercher, la studentessa uccisa nel 2007 a Perugia. Credo sia l’unico caso, nella Storia del mondo, che abbia un colpevole per concorso in omicidio ma nessun colpevole per omicidio».

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