
Dai e dai, alla fine anche il San Raffaele si è stancato e prende le distanze dal virologo Roberto Burioni. Questo sito (che il 22 febbraio per primo aveva dato l’allarme), lo aveva documentato: a Milano la metà delle richieste ai Ps era a fine ottobre di codici verdi e rischia, quello sì, di mandare in tilt il sistema
Di Manuel Montero
Sicché a nessuno venga in mente di appellarci come negazionisti. Detto questo, non possiamo non evidenziare le troppe cose che non tornano. A partire dalla leggenda sul mercato di animali vivi di Wuhan, da cui è impossibile sia sorto il virus (GUARDA), nonostante continuino a raccontarcela in questa maniera.
Lo avevamo documentato, App degli ospedali alla mano, come avesse ragione il dottor Alberto Zangrillo del San Raffaele: la metà degli accessi ai Pronto Soccorso di Milano era di codici verdi. – GUARDA
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Ma anche di fronte all’evidenza, piovevano accuse di negazionismo, anche verso questo sito che pure per primo, mentre gli esperti dicevano che il virus era una semplice influenza, aveva lanciato l’allarme Coronavirus lo scorso febbraio. Ma proprio subito: il giorno dopo Codogno, rappresentando come non ci fossero negli ospedali le mascherine previste dai piani pandemici, mascherine che peraltro i soliti esperti dicevano all’epoca fossero inutili – GUARDA
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In sostanza, anche davanti ai documenti che mostravano la realtà dei Ps a fine ottobre, pieni di codici verdi come da dati inviati dagli stessi ospedali, si veniva apostrofati come negazionisti.
Invece è vero esattamente il contrario, come è in grado di capire anche un ragazzino: lanciare allarmi quando la situazione non è al collasso, rischia di intasare i Ps di persone in preda al panico, che potrebbero essere curate a casa o che hanno una semplice influenza. Persone che poi, anche magari per ragioni sociali, vengono ricoverate.
Ciò comporta una reazione a catena, per la quale chi necessita davvero di cure non trova lo spazio necessario: e si aggrava sul serio. (Non a caso, come accaduto a Bergamo, si stanno allestendo alberghi per asintomatici e paucisintomatici). Ed è esattamente ciò che sta accadendo.
Lo ha raccontato di recente anche il virologo Giorgio Palù. E ora, sul caso è nata una disputa online tra esperti, nella quale il San Raffaele ha preso le distanze dal suo virologo Roberto Burioni, che seguitava a lanciare allarmi. Ecco cosa scrive l’Huffington Post:
“In merito al tweet postato questo pomeriggio dal professor Roberto Burioni, nel quale si fa riferimento ai pronto soccorso, il Gruppo San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele” di Milano “si discostano dal pensiero del professore, in quanto le sue considerazioni sono del tutto infondate dal momento che non è a conoscenza della realtà clinica che si vive nei pronto soccorso e nei reparti Covid”.
A precisarlo con una nota datata 10 novembre sono l’azienda e l’ateneo nell’ambito del quale Burioni insegna in riferimento a un post social, in cui il virologo diceva “basta bugie”, facendo riferimento ad “alcuni” esperti che “dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico”
“Alcuni dicono che i pronto soccorso sono affollati da persone in preda al panico, e può essere vero. Ma quelle centinaia di persone che finiscono ogni giorno al cimitero a causa di Covid-19, sono spinte dal panico? Basta bugie. Basta bugie. Basta Bugie”, erano state le parole diffuse da Burioni sui social.
Nella replica dell’azienda e dell’ateneo si legge ancora: “Pur riconoscendo l’autonomia di espressione, il Gruppo San Donato e l’università Vita-Salute San Raffaele lo invitano a considerazioni più rispettose della verità e del lavoro altrui”.
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Ecco, appunto. Basta bugie.
Manuel Montero
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