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Allegri, Montella, Ventura: e giocare di rimessa? Napoli, Lazio e Inter da Oscar

 

 

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Allora, nel 2010, l’allora Fc Internazionale allenata da un certo Mourinho, in silenzio costruì il suo “Triplete” (cari juventini non parliamo sempre di Champions, ma proviamo a vincerla con gusto, no?) giocando esclusivamente di rimessa e contropiede. Ebbene, non poteva (torniamo virtualmente indietro nel tempo che male non è) ricorrere a questa tattica o alchimia tutta italica anche la Vecchia Signora (per non parlare della malinconica Italia di Ventura) nella primavera 2015 e lo scorso agosto a Cardiff?

E non potrebbe, contestualizzando, sfruttando Cuadrado, Bernardeschi e Dybala giocare di contropiede, in attesa di tempi migliori e che si sveglino Higuain (con 100milioni di euro da prendere era … Icardi) e Douglas Cosa questa Juve?

Sempre tra l’altro restando in casa bianconera, che fine ha fatto Rugani? Poiché non giuoca più titolare? Si crede o no in lui? Non perché se non si è convinti nelle sue reali potenzialità allora si poteva scambiarlo con la Lazio o l’Atalanta per provare così a prendere subito De Vrji o Caldara. No?

Dulcis in fundo: serviva sul serio il discontinuo e leggero Costa. E Kedirha è in grado di reggere certi ritmi?

Il Milan? Il fronte societario è tuttora in uno stato evolutivo magmatico, in campo invece i Montella (è stato un affare confermarlo?) Boys, turbati dallo scricchiolio della “panca” dello stesso timoniere, dall’involuzione del fu guerriero Bonucci, da una campagna acquisti faraonica ma strana e dai troppi risultati negativi, ecco stentano assai. Pure in questo caso: giocare di rimessa no?

Dopo aver girato il medesimo quesito al fu “Libidine” Ventura, applausi per Napoli (mai come oggi da scudetto), Inter (Spalletti è lo Sciamano che serviva) e Lazio (Juventus guarda mister Inzaghi, MilinkovicSavic e De Vrji, pensa a cosa ti stai perdendo e prenotali subito per l’anno che verrà…): il loro campionato è comunque già un successo. Che ne dite?

Stefano Mauri  

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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