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Termometro: Italia terza a Strasburgo per i ricorsi sulle violazioni dei diritti umani

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I ricorsi contro l’Italia, per le violazioni dei diritti dell’Uomo, continuano ad intasare la Corte di Strasburgo. Saremo pure la “culla del diritto”. Di fatto, però, tra i Paesi europei, l’Italia vanta un assai poco decoroso 11,2% del totale dei ricorsi (in totale 14150), dietro solamente a Russia e Turchia. Giusto per dare un’idea: oltre quattro volte i ricorsi dei polacchi, dei moldavi e degli inglesi, quasi il quadruplo della Bulgaria, una volta e mezzo la Romania. E, ancora, davanti a Ucraina e Serbia. Tutti gli altri Paesi – si pensi ad esempio a Germania, Spagna, Francia, Portogallo -, hanno percentuali di ricorsi talmente piccole da venire citate nel rapporto semplicemente alla voce “altri Stati”. I dati di Strasburgo, che vi mostriamo, aggiornati al 31 gennaio 2013, mettono in luce anche un trend in continua crescita, se raffrontato con quanto accadeva tredici mesi fa. Al 31 dicembre 2011 infatti, i ricorsi dell’Italia erano 13750, il 9,1% del totale. Ciò significa che, rispetto ad allora, la percentuale dei ricorsi italiani, confrontata con quelli europei, è aumentata del 2,1%.

Curioso che, nei mesi scorsi, si fosse sbandierata la “curva negativa” dell’Italia dal picco di 14300 ricorsi di giugno 2012. Tanto che ne era rimasto sorpreso lo stesso presidente della Corte, Dean Spielmann, che, per far capire cosa significasse per un Paese veder diminuire il trend, spiegò che, ad esempio, quelli di russi e polacchi erano diminuiti rispettivamente di 6200 e 1700.

All’inaugurazione dell’anno giudiziario, il ministro della giustizia Paola Severino, aveva dichiarato: «La vera anomalia italiana resta l’elevatissima litigiosità in materia civile». Non è che stia solo lì l’anomalia italiana, come potete constatare dai numeri di quest’inchiesta, ricavati sempre dalle cifre di Strasburgo.

Di più. Renzo Menoni, presidente dell’Unione Camere Civili, nel corso di un convegno alla Corte di Cassazione, lo scorso primo marzo, ha sottolineato, in proposito, un dettaglio per nulla trascurabile: «Le amministrazioni statali sono le più litigiose, un terzo delle sentenze di Cassazione sono tributarie, ci sono poi i ricorsi degli imprenditori che esigono il credito, e quelli in base alla legge Pinto sulla ragionevole durata del processo».

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