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Juve: per vincere la Champions, questo mercato potrebbe non bastare

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Allora innanzitutto coi fatti Marotta (La Volpe) e il suo braccio operativo Paratici (Il Gatto) hanno mostrato negli anni scorsi di essere due addetti ai lavori capaci, bravi, lungimiranti, insomma … per farla breve da Juventus.

Tuttavia i due, per puntare davvero alla Champions League, che aspettando Inter (messa bene nel medio periodo), Napoli (messa meglio nel breve), Milan (tanto lavoro ancora da fare) e Roma (quando sboccerà?) in Italia oggi (domani chissà) non dovrebbero esserci particolari patemi a rivincere, ecco in fase di calciomercato dovrebbero alzare l’asticella, raddrizzare la mira, mutare leggermente rotta e, perché no, per vedere l’effetto che fa, provare a sganciarsi dalla pur interessante galassia Mino Raiola.

Detto che Witsel non era un fuoriclasse, ribadito che comunque a questa Juve serviva, sottolineato come Rincon(si rivelerà un innesto alla Davids?) indubbiamente per far numero e legna potrà servire e tornerà utile, ma non è propriamente un botto, senza dimenticare che Asamoah va recuperato: a centrocampo sa incidere, se messo nelle condizioni di farlo, mentre Lemina, schierato eventualmente nella linea dei centrocampisti a tre sul centrodestra, con continuità … potrebbe dare più mobilità dell’esperto ma statico Khedira. No? Ma se Asamoah e Lemina rimangono, come il miglior utilizzo dell’oggetto misteriosoPjanic (l’Arsenal lo vorrebbe), un problema di mister Max Allegri (chiede, inascoltato un trequartista alla sua maniera da anni), il… non arrivo di Witsel e il non aver mai degnamente sostituito Pirlo, Pogba e in particolare Vidal vanno attribuiti, a svantaggio di chi si occupa di questioni legate alla campagna acquisti – cessioni bianconera: nella fattispecie Marotta e Paratici.

La campagna rafforzamento invernale non è ancora chiusa, occorre aspettare per tracciare un bilancio definitivo, soprattutto qualora il jolly uruguaiano Bentancur anticipasse a gennaio il suo avvento oppure se arriverà un altro rinforzo degno di tale nome, ma in chiave europea, Marotta e Paratici devono osare maggiormente. No?

Stefano Mauri

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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