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L’involontaria campagna (tutta da ridere) di Matteo Renzi per il NO al referendum!

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Il Giornale sottolinea l’errore fatto dal Governo nelle lettere inviate agli italiani all’estero, in cui viene sbagliato il nome del sito. Ma l’aspetto divertente è che se si clicca su quell’indirizzo si apre la pagina a favore del NO. 

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Follie di fine autunno. Mentre infuriano le polemiche per le lettere inviate da Matteo Renzi agli italiani all’estero, in cui vengono spiegate le ragioni del Sì al referendum, ecco l’aspetto comico della vicenda. Scrive Il Giornale:

Una missiva stampata in sei milioni di copie in cui si fa riferimento ai soliti luoghi comuni, quelli che vedono l’Italia “un Paese dalla politica debole”, “instabile”. Segue un panegirico celebrativo sui due anni e mezzo di governo Renzi, una sviolinata agli italiani all’esteroche con “onore” e “emozione” rappresentano il nostro Paese. “Dobbiamo continuare a migliorarci”, scrive il premier e segretario del Pd, “E la riforma costituzionale è un altro tassello per rendere più forte l’Italia”. Poi ovviamente il mantra che va ripetendo da mesi per invitare a votare Sì: superare il bicameralismo paritario che porta a lungaggini nell’approvare una legge (poco importa che persino il presidente del Senato Pietro Grasso abbia detto ieri che non è così), superare il doppio voto di fiducia (quando lui stesso alla fiducia ha fatto più volte ricorso).

Ma in quella lettera compare un errore clamoroso. Ecco il seguito dell’articolo:

“Ovviamente a scrivere la lettera non è stato il presidente del Consiglio ma solo Matteo Renzi, senza cariche o titoli, anche se poi i contenuti della lettera e soprattutto le foto, che lo ritraggono con Obama, la Merkel e altri illustri capi di Stato, sono palesemente riferibili all’attività di governo e del presidente del Consiglio e non a quella di segretario del Pd”, ironizza il senatore leghista Roberto Calderoli. Che poi fa notare anche un altro errore, non da poco. In una delle pagine della lettera c’è un clamoroso errore: il sito a cui gli elettori vengono rimandati per eventuali approfondimenti è www.bastausi.it. Sì, proprio senza una “n” fondamentale perché si possa raggiungere il portale giusto. “Peccato che questi signori siano talmente ignoranti della grammatica, e della Costituzione, che indicando il sito di riferimento abbiano scritto testualmente www.bastausi.it dimenticandosi la ‘n’ del loro comitato Basta un Sì“, attacca Calderoli, “Bastausi? Che sia un’espressione dialettale? Non credo proprio, come non credo che chi non è in grado di scrivere neppure una lettera correttamente possa riscrivere la Costituzione”.

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Errore e caso chiuso? Nient’affatto. Provate a cliccare su quell’indirizzo errato, ossia www.bastausi.it e vi comparirà la pagine Costituzione Bene Comune  – Comitato per le ragioni del No”, un link inviato così dal premier a ben sei milioni di italiani all’estero…

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