
Tutti in piedi ad applaudire, volenti o dolenti, Mino Raiola, procuratore scaltro come una volpe, Re del calciomercato, e, soprattutto, grazie ai colpi Ibrahimovic e Pogba, (bravissimo) deus ex machina indiretto del nuovo Manchester United allenato da Mister Mourinho, pezzo da novanta, per la cronaca, della scuderia Mendes, agente portoghese … antagonista del buon Mino. A proposito, Raiola (il suo sogno? Acquistare una società di calcio) vorrebbe ora girare alla Juventus, Regina d’Italia (con le rivali in difficoltà) grazie a dirigenti del calibro di Marotta (La Volpe) e Paratici (Il Gatto), il centrocampista francese Matiudi (che il Psg gradirebbe tenere). Ma la Vecchia Signora continua a monitorare Witsel (in pole position), Diawara, Biglia, Luis Gustavo, Matic e Sissoko. Senza dimenticare i vari De Sciglio e Barbosa nel mirino del diesse Paratici da settimane.
Inter? L’affaire Mancini, di fatto (già) separato in casa da tre mesi è stato gestito malissimo, ora la palla passa a Frank de Boar, tecnico tosto, creativo e visionario olandese (atipico) che alla poesia predilige la grammatica essenziale. A Milano, sulla sponda nerazzurra del Naviglio è atteso da un compito arduo, lui però sa il fatto suo. Ciò detto, l’Internazionale intesa come società deve strutturarsi subito al meglio che tra Thoir in uscita, Suning in entrata e Moratti sospeso, ecco, non si capisce, come testimonia il caso Mancini, chi detta la linea.
Il Milan? Il manager Fassone è al lavoro, ma ha bisogno di tempo, ma i tempi stringono, ergo, urge una svolta.
Stefano Mauri