Il muro di ScribattoNewsnoirRaccontiscrittori in trincea

OUTLAW – Episodio 1

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western

C’è stato un tempo in cui fuorilegge e cacciatori di taglie si sono ritrovati dalla stessa parte. La morte li ha divisi. La bramosia di ricchezza li ha resi di nuovo complici. 

Nel 1868 il piccolo villaggio di El Paso venne raggiunto da un’epidemia.
Dopo soli quattro mesi morirono duecento persone. Uomini, donne e bambini.
Il dottor Lanscombe, un vecchio scorbutico che girava con una borsa piena di siringhe e antidoti d’ogni tipo, si ritrovò nel suo studio con un cadavere da esaminare.
Quando vide una mano dell’uomo disteso sul tavolo di legno muoversi in cerca della pistola fece un salto indietro.
Il cadavere di un certo Madison, uno di fuori città, si mise seduto e si grattò la testa. I capelli gli rimasero impigliati tra le dita, poi scivolò giù dal tavolo e si sostenne su un paio di gambe marce e tremanti.
Il vecchio Lanscombe se la fece sotto nel vero senso della parola.
Scattò verso la porta e riuscì a malapena a fuggire prima di udire gli spari alle sue spalle.
Si rifugiò nel saloon ormai abbandonato da mesi, da quando Dick Robins aveva deciso di levare le tende terrorizzato, e si nascose dietro il bancone impolverato.
Qualcuno lo chiamò da una botola aperta:
“Pssst… ehi, vecchio bastardo.”
Il dottore aprì gli occhi, si levò le mani dalle orecchie e si sporse oltre il bancone. L’odore della carne imputridita si faceva sempre più intenso.
“Vecchio bastardo, siamo qua sotto! Muoviti a scivolare qui o ti lasciamo in pasto a quella cosa.”
“Chi… chi sei?” fece Lanscombe.
La puzza si era ormai fatta insopportabile e dei passi trascinati si avvicinavano alla porta del saloon.
“Siamo cacciatori di taglie, o pistoleri. Chiamaci come diavolo ti pare, basta che ti sbrighi. Non hai troppo tempo. Sento la puzza di quel fuorilegge fin da qui sotto. Portati dietro una bottiglia di whisky se riesci, vecchio bastardo. Siamo a secco, quaggiù.”
Il dottor Lanscombe sentì le porte del saloon scricchiolare sui cardini e un rantolo.
Era in preda al terrore. Quella creatura era a pochi metri da lui, armata.
Respirò profondamente e spingendo sui gomiti e sulle ginocchia arrugginite raggiunse l’ingresso della botola. La sollevò quel tanto che bastava perché un raggio di luce illuminasse la sala a giorno.
La creatura all’ingresso grugnì e si mosse nella sua direzione.
La botola si sollevò del tutto e due uomini saltarono fuori.
Avvenne tutto in pochi istanti.
“Un altro forestiero” commentò il tizio col cappello prima di fare fuoco.
Il dottore sentì come un soffio, poi ci fu un’ultima penetrante ondata di fetida essenza e infine un tonfo, come se degli stracci bagnati fossero caduti in terra.
Qualcuno gli offrì una mano e lo aiutò ad alzarsi.
“Avrai bisogno di essere più veloce di così, vecchio bastardo” sorrise il biondo rinfilando la pistola nella fondina appesa al cinturone.
“Ora diamoci una mossa” fece l’altro, un uomo di colore con una lunga cicatrice che gli attraversava la guancia destra.
“Gli altri fuorilegge avranno sentito lo sparo e si staranno dirigendo da questa parte.”
I due spinsero il vecchio e la sua valigetta fino alla botola,
“Io non so nemmeno chi siete” balbettò questi prima di scendere.
Il nero esibì un sorriso smagliante.
“Avremo tempo per parlare” disse “Ma non ora.”
Poi diede un’ultima occhiata all’interno del saloon e chiuse la botola una volta per tutte.

… continua?!

 

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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