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ESCLUSIVO/ Olindo e Rosa, respinta istanza sui reperti mai analizzati della strage di Erba. Un caso da riaprire

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Ecco il documento. La Corte d’Appello di Brescia ha rimandato ancora una volta le carte a Como, ritenendola la sede opportuna. L’avvocato della coppia: “Andremo in Cassazione”

 

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La Corte d’Appello di Brescia ha respinto l’istanza di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati per la strage di Erba, ritenendola “inammissibile”. Motivo? Secondo i giudici bresciani la sede naturale in cui presentare l’istanza è Como.

REPERTI CRUCIALI

Si tratta di incidenti probatori su reperti importantissimi: capelli ritrovati sulla felpa di Youssef Marzouk, la vittima più giovane della strage di Erba, di cui nulla si era saputo al processo. E, come riportato sul settimanale Oggi, anche dei margini ungueali del bimbo, prelevati ma mai analizzati.

I legali di Olindo e Rosa chiedono anche di analizzare un accendino e i giubbotti di Raffaella Castagna, Paola Galli e Valeria Cherubini, perché si possano eventualmente trovare tracce.

 

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NESSUNA TRACCIA

Va infatti ricordato che di Olindo e Rosa non fu trovata alcuna traccia sul luogo della strage (ne trovarono di tutti, soccorritori compresi, ma non le loro) e nessuna traccia delle vittime venne trovata nella loro abitazione, dove pure dissero inizialmente di essersi cambiati.

Gli speciali di Fronte del Blog sulla strage di Erba- GUARDA

ODISSEA

Ma far analizzare questi reperti sta diventando un vero e proprio giallo. Gli avvocati della coppia si rivolsero prima ai giudici di Brescia, competenti per la revisione. Brescia li rimandò a Como. Como ribattè che dovevano tornare a Brescia. E ora Brescia li rispedisce a Como “in quanto si tratta di attività finalizzate alla potenziale attivazione del giudizio di revisione e però ancora prodromiche rispetto alla effettiva richiesta da parte dei condannati” e perché Como non ha dichiarato “in alcun modo la propria incompetenza”.

fabio schembri

Dice a Fronte del Blog Fabio Schembri, storico difensore di Olindo e Rosa insieme a Luisa Bordeaux e a Nico D’Ascola: «Presenteremo due istanze. Una ancora a Como. L’altra in Cassazione perché finalmente venga stabilito con chiarezza quale delle due corti d’appello sia competente a far svolgere i delicatissimi incidenti probatori».

Edoardo Montolli

Il Boia di Edoardo Montolli ripubblicato da Algama – GUARDA 

 

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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