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Davide Simonetta: “Sanremo ha premiato la carriera degli Stadio”

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Siamo tornati a trovare il cantautore cremasco Davide Simonetta per fare, con lui, un piccolo, semplice informale bilancio sul Sanremo 2016 appena conclusosi.

Allora tutti ad aspettare i giovani dei talent, ma in questo Festival, beh l’hanno fatta da padrone, con gli Stadio sul podio, Ruggeri e Patty Pravo ben piazzati, i cosiddetti senatori…

Sì, in un certo senso, per certi versi è stato un Festival anomalo, basti pensare che in una delle varie serate, il televoto ha favorito Irene Fornaciari sui più mediatici Dear Jack. Gli Stadio? Per carità avevano un gran bel pezzo, ma considerando che praticamente hanno vinto tutto quello che si poteva vincere, senza voler sminuire la loro affermazione, ritengo abbiano anche premiato la magnifica carriera della band trionfatrice. Enrico Ruggeri, quarto classificato si è comportato alla grande, senza tanti clamori ha fatto una stupenda esperienza festivaliera. Discorso analogo per la Pravo.

Un giorno mi dirai è dunque un tipico brano sanremese…

Ho fatto mia una cosa, o meglio, quest’anno ho constatato in presa diretta come all’Ariston, per l’ennesima volta abbia vinto la tradizione; sul quel palco è assai difficile sperimentare e proporre qualcosa di diverso. Conosco gli autori del pezzo vincitore,la loro canzone, la stessa, un anno fa era stata, misteri sanremesi, scartata.Pure Vasco Rossi, cui era stata sottoposta, non la scelse, peccato è fatta per lui.Sbaglio superficiale, trattandosi del mitico Comandante Vasco, mache segue a ruota quello di qualche annetto fa,allorquando Vasco non scelse Il cielo è vuoto, testo portato poi alla kermesse sanremese, da Cristiano De Andrè.

Avevi detto che questo sarebbe stato un Festival importante. A bocce fermi che giudizio vogliamo dare all’evento nazionalpopolare?

E’ stato un appuntamento importante, di conferma per Conti, il quale, giustamente tornerà l’anno prossimo. Per quanto riguarda le canzoni qualcosa di positivo, pur con eccessi di tradizione c’è stato, ma in generale non ho visto grandi pezzi. Da Arisa e dalla Michielin mi aspettavo qualcosa in più. Altri tipo Annalisa e Valerio Scanu si meritavano invece qualcosina in più.  Ripeto il concetto: si è trattato di una manifestazione anomala, tradizionale e tradizionalista. Indipendentemente dai piazzamenti alla fine conteranno vendite, passaggi alla radio e presenze ai tour artistici.

Non ti viene voglia di cantare anche tu su quel palco prima o poi?

Sarebbe il mio sogno, ma se penso allo stress, al caos, agli interessi esasperati, ai poteri forti, alla bagarre caotica, ma fisiologica delle case discografiche con gli artisti che rappresentano in contesa canora, ecco, un pochino la voglia mi scappa e preferisco mantenere una certa purezza chiudendomi in una stanza con la mia chitarra a scrivere un pezzo. Per ora mi ripeto un autore, ma mai dire mai, del resto Sanremo, nonostante sia un tritacarne notevole è … Sanremo.

Di Vincere l’odio di Elio e le Storie Tese che mi dici?

Ci aspettavamo qualcosa in più, ma il gruppo pur esprimendosi a livelli eccelsi pare diventato la parodia di sé stesso e di quel che è stato.

A voi artisti non infastidisce il fatto che colleghi italiani partecipino a Sanremo nelle vesti di ospiti anziché in quelle di concorrenti?

No dai: Eros Ramazzotti e Laura Pausini sono Eccellenze che hanno fatto la storia della musica italiana nel mondo. La loro comparsata ci sta tutta. Dico soltanto che, pur grandissima e fantastica, fatico a comprender con quali criteri sia stata inquadrata, nelle vesti di ospite Elisa la quale, per varie motivazioni tanto anagrafiche, quanto carrieristiche l’avrei vista meglio in competizione a gareggiare. Ma capire con quali criteri vengano scelte le ospitate è complicato, meglio non pensarci. Maggiori ospiti stranieri non avrebbero sfigurato, ma è soltanto un’opinione personale, Elton John ha fatto un’esibizione superlativa.

Stefano Mauri

 

 

 

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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