I magistrati litigano sul referendum per auto-ridursi il carico di lavoro. Eppure i dati di qualche anno fa dicono che ne abbiamo molti di più di tutta l’Ue. Che se sbagliano non pagano quasi mai. E che se li critichi finisci subito in tribunale
I magistrati vanno a referendum per auto-ridursi il carico di lavoro. Tra loro c’è spaccatura. Eppure, se si sta ai dati diffusi qualche anno fa, l’Italia dovrebbe vantare il maggior numero di toghe dell’Ue: 1,39 contro una media di 0,91 ogni diecimila abitanti. E quando i dati furono diffusi erano già previsti 966 rincalzi per l’anno successivo.
GLI ERRORI- Le sentenze della Corte di Strasburgo contro l’Italia sono impietose come mostra il grafico della Corte. Basta dargli un’occhiata (cosa che non fa mai nessuno) per restare smarriti: la gran parte delle condanne all’Italia avviene per violazione dei diritti della difesa ai processi (prima parte art.6), lentezza processuale (seconda parte art.6), intrusione nella vita privata e famigliare e intrusione nella proprietà privata. Quanti magistrati hanno pagato per gli errori commessi?
I DATI- Non si sa. Ma ne La legge siamo noi (Piemme, 2009), Stefano Zurlo analizzava infatti storie di toghe finite sotto procedimento disciplinare e trattate coi guanti o addirittura assolte per le vicende più disparate (o mai espulse nemmeno quando avevano chiesto nientemeno che l’aiuto di un boss). Riprendendo poi i dati emersi in Ordinamento Giudiziario (Cedam) di Daniela Cavallini, rivelava che tra il 1999 e il 2006, su ben 1010 procedimenti disciplinari, addirittura 812 erano finiti con l’assoluzione o il proscioglimento. E 126 con l’ammonimento. Trentotto erano le censure. Soltanto 22 volte c’era stato un vero provvedimento minimo come il rallentamento di carriera. E appena 6 volte l’espulsione. Un totale di ventotto provvedimenti concreti su 1010 casi.
LE CRITICHE- In compenso bisogna a fare attenzione a criticarli. Secondo i rilevamenti fatti dall’Ordine dei Giornalisti fino al 2007 a querelare erano soprattutto i magistrati. In sede civile, solo a Milano, rappresentavano il 45,6% delle cause, contro il 7% di politici e manager e il 3,5% di amministratori di enti pubblici.
Edoardo Montolli
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