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Qualche motivo per cui la Cremonese merita la B e il patron Arvedi punta l’Ilva

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Da tanto, forse troppo tempo ormai la Cremonese insegue, vanamente, la promozione in serie B e … se fosse il 2016 l’anno buono della svolta? Lo scopriremo vivendo, sicuramente, per certi aspetti, la Cremo già vale la serie B. A quali aspetti ci riferiamo? La rosa pur senza i favori dei pronostici, senza nulla togliere alle avversarie è buona, così come è tosto mister Pea (lo spogliatoio lo teme) il quale ha la ghiotta opportunità di dimostrare sul campo finalmente di essere un vincente.

L’ARIA STA CAMBIANDO- Nelle stanze che contano poi l’aria sta cambiando e con nuovi poteri forti all’orizzonte certe melodie potrebbero cambiare e sorridere alla simpatica compagine di Cremona. Tra l’altro se ripensiamo al recente, per certi aspetti mai chiarito, scandalo calcioscommesse, ecco, il salto di categoria per i Pea Boys, in un certo senso suonerebbe quale risarcimento. Si perché al netto di quei brutti, bruttissimi passati fattacci (da Paolonie compagnia col sonnifero in su e in giù), ecco probabilmente, magari, il team caro al leggendario Ugo Tognazzi forse giocherebbe nel campionato cadetto già da tempo.

DA NON DIMENTICARE- Questo senza dimenticare che, il patron Giovanni Arvedi(Re dell’Acciaio proverà presto la “scalata”, con altri partner, all’Ilva di Taranto, ndr) e il centro sportivo ove si allena la sua squadra sono da serie A. Fattiquindii doverosi scongiuri,per questi e per altri motivi alla Cremonese (che tempi quelli di Dezotti e ancor prima quelli di Bencina e Chiorri, ndr) la Lega Pro, anche se la classifica piange, va stretta. O no?

Stefano Mauri 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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