FocusGiustiziaItaliasocietà

Ecco perché era giusto prosciogliere Antonio Logli dall’accusa di aver ucciso Roberta Ragusa

(continua dopo la pubblicità)
(continua dopo la pubblicità)

Da Ciccio e Tore a Elisa Claps, da Elena Ceste a Yara Gambirasio. Da Sarah Scazzi a Ferdinando Carretta, fino ad un vecchio, clamoroso, inesistente delitto degli anni ’50: ecco i tanti punti di contatto tra i grandi casi mediatici e le indagini sulla scomparsa della mamma di Gello. E i motivi per i quali Logli non doveva andare a processo.ragusa_logli_tribuale_645

La notte in cui scompare nel nulla lascia a casa la borsetta con cellulare, documenti, chiavi e soldi. La porta non è chiusa a chiave. Mancano il suo pigiama e le ciabatte. È gennaio 2012 e il mistero di Roberta Ragusa comincia così, oscurato nei giorni decisivi per le ricerche da un fatto che scuote il mondo: la sera stessa la Costa Concordia naufraga infatti al largo dell’Isola del Giglio. Ma dove può andare una donna senza abiti né soldi? Il marito, Antonio Logli, dice di essere andato a dormire a mezzanotte e quando alle 6,45 si è svegliato, lei non c’era più. Di fronte ad una sparizione tanto anomala, il piccolo paese di Gello di San Giuliano Terme, Pisa, piomba indietro di quarant’anni, al 1971, quando un oste, Luciano Serragli, fu ucciso da un cameriere che era l’amante sia di sua moglie che di sua figlia. Ritrovarono il suo cadavere vicino alla cosiddetta Buca delle Fate, una cavità profonda oltre 180 metri sul Monte Castellare, a due passi da dove Roberta Ragusa è sparita. All’epoca l’assassino voleva forse gettarci dentro Serragli, ma per via del buio o del peso non ci riuscì: laggiù era profondo e difficile da raggiungere. In zona si ricordano ancora bene del delitto. E infatti è uno dei primi posti in cui vanno a vedere gli speleologi. Ma Roberta non c’è. Non è lì, non è in provincia, non è in Italia. Non è da nessuna parte.

Dov’è morta davvero Yara Gambirasio? – LEGGI

E presto le indagini sulla scomparsa puntano sul marito. Si scopre che Sara Calzolaio, la segretaria dell’autoscuola di cui Roberta è socia, diciassette anni in meno e già baby sitter dei loro figli, è da tempo l’amante di Antonio. Una relazione che l’uomo vuol tenere segreta, per questo dicono decide di distruggere i telefonini con cui si sentiva con Sara. Ci sono testimoni che lo collocherebbero fuori casa all’una di notte. Un teste, Loris Gozi, la stessa notte avrebbe visto litigare un uomo e una donna vicino ad una macchina.

Tre anni più tardi, davanti al giudice per l’udienza preliminare Giuseppe Laghezza la Procura presenta un grosso fascicolo con cui si accusa il marito della donna di omicidio e occultamento di cadavere.

Solo che il cadavere non c’è.

Il gup stabilisce, nello stupore generale, il “non luogo a procedere”. Eppure, era l’unica decisione sensata: ad oggi non sappiamo se Roberta sia viva. Ma anche ipotizzando che non lo sia più, non possiamo dire se sia stata vittima di un incidente, se si sia suicidata o se, ancora, sia stata uccisa. Soprattutto, nell’ultimo caso, non possiamo neppure azzardare da chi. L’assenza del cadavere è decisiva.

Musicco: “Ecco come difendersi nel caso siate vittime di malasanità” – LEGGI

Hanno davvero cercato ovunque?

Si dirà che l’hanno cercata ovunque e siccome non l’hanno trovata, certamente qualcuno l’ha sepolta chissà dove. Eppure la cronaca insegna che in queste ricerche a tappeto qualche elemento talvolta sfugge: Elisa Claps la cercarono in tutta Italia, ma fu ritrovata quasi vent’anni più tardi nel sottotetto della chiesa da cui sparì. La scovarono degli operai. Su Sarah Scazzi si favoleggiò una fuga d’amore, ma era in un pozzo a due passi da casa. Gli investigatori furono portati lì dallo zio Michele Misseri. Elena Ceste la recuperarono in un canale a 800 metri dalla propria abitazione. La trovò un passante. E Yara Gambirasio pare sia rimasta tre mesi in un campo già perlustrato palmo a palmo dai cani della protezione civile, a duecento metri dal comando organizzativo delle ricerche. L’avvistò un appassionato di aeromodelli.

E fin qui si tratta di omicidi.

Ma non va così solo per i delitti. Quando ritrovarono i resti di Ciccio e Tore, i due fratellini di Gravina cercati in mezzo mondo, il padre Filippo Pappalardi era già stato arrestato con accuse degne di una spy story e avrebbero certamente buttato via la chiave se i corpi dei due bambini non li avessero trovati sempre là dove erano scomparsi, caduti accidentalmente in un pozzo della “casa delle cento stanze”. Un tragico incidente a causa del quale un uomo si vide trasformato in un mostro, analizzato con sospetto in ogni più piccolo comportamento e gesto, fino al momento in cui emerse la verità.

 Mafia Capitale, tutti i retroscena su Massimo Carminati e Salvatore Buzzi – LEGGI

I processi senza cadavere

I processi senza la prova materiale che un delitto sia effettivamente avvenuto si presentano dunque piuttosto spinosi. Ci sono diversi casi di “lupara bianca” che hanno portato a delle condanne, ma solo in presenza delle confessioni convergenti di più pentiti. Nei delitti cosiddetti comuni va diversamente. Ferdinando Carretta, che si autoaccusò dell’omicidio di genitori e fratello, venne creduto solo quando, a riscontro della sua confessione, il Ris di Parma trovò una minuscola goccia di sangue dietro il portasapone della vasca da bagno, ad oltre dieci anni dagli omicidi. Ma più di qualcuno, familiari compresi, non sono ancora certi che il ragazzo uccise effettivamente i propri cari. Perché, quando manca il corpo, l’omicidio rappresenta solo una delle tante probabilità sul destino della persona scomparsa. E i processi raramente dunque finiscono con una condanna: Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise Pipitone, è stata assolta. Nella vicenda della scomparsa di Margherita Bisi, svanita nel nulla nel marzo del 2002 e mai più ritrovata, andò sotto processo l’ultima persona che l’aveva incontrata, Luca Delli. Dopo due condanne consecutive, la Cassazione annullò le sentenze e nel processo bis fu assolto: l’accusa non riuscì a dimostrare neppure l’esistenza di un movente. E questo perché nessuno, in assenza del cadavere, può neppure escludere che la persona scomparsa sia viva. Magari pure contro la sua volontà. Come viva era Natascha Kampusch, rimasta segregata otto anni dietro la porta blindata della casa di Wolfang Priklopil. Come vive erano Gina De Jesus, Amanda Berry e Michelle Knight, tenute ostaggio per anni da un conducente di autobus, Ariel Castro. Ma, senza andare lontano ipotizzando scenari clamorosi, il caso scuola in vicende come questa lo abbiamo avuto proprio in Italia.

“Ecco perché la giustizia in italia non funziona” – LEGGI

 

Hanno ammazzato Paolo. E Paolo è vivo

Accadde nel 1954, quando sparì dalla sera alla mattina da Avola, in Sicilia, Paolo Gallo. Indagini veloci portarono ad incriminare il fratello contadino Salvatore per omicidio e occultamento di cadavere. In casa gli trovarono del sangue e con lui finì in prigione, per averlo aiutato a far sparire il corpo, il figlio Sebastiano. Chi disse di aver visto Paolo vivo finì condannato per falsa testimonianza. Solo che Paolo era vivo davvero. Lo ritrovarono sette anni più tardi. Disse che se n’era andato perché non sopportava più il fratello. Tutto qui. All’epoca non esisteva l’errore giudiziario e legge sulla revisione processuale nacque proprio così: non si poteva lasciare all’ergastolo uno condannato per l’omicidio di una persona che risultava viva. Fecero la legge e  Salvatore Gallo uscì da Porto Azzurro ormai ridotto in carrozzina. Nessuno lo risarcì mai.

Schembri: “Vi spiego cosa non torna negli ultimi grandi gialli italiani” – LEGGI

E ora?

Naturalmente la Procura ritiene che Roberta Ragusa sia morta. E non di un incidente, né di un suicidio. Ritiene che sia stata assassinata e il suo corpo fatto sparire. Infine, che a ucciderla sia stato il marito. Quattro tesi. Avrebbero retto per tre gradi di giudizio? Se stiamo ai casi citati, molto probabilmente no: Antonio Logli sarebbe stato assolto. E un domani la Procura non avrebbe più potuto chiedere di processarlo nemmeno avendo in mano nuovi elementi eventualmente ritenuti decisivi.

Ora, invece, il mistero ricomincia da capo.

I grandi gialli che hanno diviso l’Italia: 40 anni di inesorabili condanne. Tutte giuste? – LEGGI

Solo il ritrovamento di Roberta, via o morta che sia, potrà chiarirlo. Fino ad allora, è lecito porsi una domanda, perché la scomparsa improvvisa di una persona mescola sempre elementi improbabili, eppur veri, ad elementi di quotidianità piuttosto comuni: se capitasse a voi che vostra moglie sparisse di casa dalla sera alla mattina (cosa improbabile, ma che accade) e voi avete in corso da anni una relazione con la sua migliore amica (cosa decisamente più comune), sentendovi addosso i sospetti di averla uccisa e la colpa della relazione clandestina nei confronti dei figli, come vi comportereste? Correreste subito a raccontare tutto agli inquirenti dell’amante o cerchereste di non far sapere nulla a nessuno?

 Dall’orrore di Pavia ai tanti orrori italiani di persone segregate in casa – LEGGI

(continua dopo la pubblicità)

Edoardo Montolli per Gqitalia.it

Tutti i libri di Edoardo Montolli – GUARDA

Il boia di Edoardo Montolli su Kindle – GUARDA

Quando i lettori comprano attraverso i link Amazon ed altri link di affiliazione presenti sul sito - nei post in cui è presente un prodotto in vendita - Fronte del Blog potrebbe ricevere una commissione, senza però che il prezzo finale per chi acquista subisca alcuna variazione.

Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

ommenti

  1. Per la scomparsa di Roberta Ragusa sono state impiegate tutte le forze dello Stato, polizia, carabinieri, vigili del fuoco, sub, moltissimi volontari hanno prestato il loro tempo per la ricerca, niente, il corpo di Roberta non è stato trovato. A questo punto perché non si è presa in seria considerazione quanto abbia detto la sensitiva di Empoli circa la scomparsa di Roberta? Il racconto sembra interessante, tra l’altro un testimone avrebbe da dire qualcosa in proposito, Ma soprattutto emergerebbe un particolare di non poco conto sfuggito a tutti; la concomitanza della scomparsa di Roberta con lo svuotamento di alcune tombe al cimitero di Orzignano e che Logli avesse accesso al cimitero per dei lavori. Dunque si diceva che Logli è stato prosciolto perché il cadavere non c’è, non si trova. Però non è un delitto perfetto perché i testimoni smentiscono il suo racconto fatto sulla scomparsa di Roberta. Fin qui detto sulla scomparsa di Roberta ci sono alcuni diversi punti punti che se focalizzati, si potrebbe capire meglio perché Roberta è scomparsa e per quale motivo.

    1. Fermo restando che non è affatto sicuro che ci sia stato un delitto, mi pare improbabile svuotare un cimitero per seguire le indicazioni di una sensitiva. Che facciamo, giochiamo con la pelle della gente affidandoci ai maghi?

      1. Non si tratta di svuotare tutte le tombe ma le tombe ad es. come dice il testimone: Logli non è andato al cimitero la mattina dopo per cercare sua moglie ma per verificare che tutto fosse a posto. già da qui si potrebbe circoscrivere il settore e mirare solo alle tombe che si trovano in quello spazio Molto probabilmente il testimone non è un visitatore, forse è un addetto al cimitero e certi particolari non possono sfuggire a chi dentro cimitero è di casa. Comunque una idea me la sono fatta in quale tomba potrebbe trovarsi Roberta seguendo le indicazioni della sensitiva. Adesso anche nel campo investigativo spesso ci si rivolge a un sensitivo e qualche volta si risolve il caso. Poi siccome si rivoltato tutto il Paese perché non provare anche nel cimitero di Orzignano? E’ l’unico posto che non è stato controllato. Comunque Roberta è stata uccisa dal marito, ma come ho detto nel commento precedente tanti punti della storia non sono stati approfonditi per capire meglio.

  2. Investigator scrivi balle. Tu non puoi sapere cosa sia accaduto.Le autorità hanno fatto di tutto compreso smontando pezzo dopo pezzo la casa e l’auto. PROVE ZERO! Come si fa a processare qualcuno senza una minima prova?Fino a prova contraria Logli è innocente oppure è l’uomo più veloce al mondo a far scomparire qualcuno durante una notte con i due figli che non hanno sentito nulla e nessuno ha visto nulla e non ci sono tracce di nulla.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Per favore, disattiva il blocco della pubblicità su questo sito, grazie