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Francesco Arca: “Vedrete un commissario Terzani tenebroso”

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Ha raccolto il testimone,  anzi l’ambito  guinzaglio di Rex,  da Kaspar Capparoni  ed Ettore Bassi, senza  far rimpiangere i suoi predecessori.  Francesco Arca, sex  symbol del momento e attore  impegnato anche nell’ultimo  film di Ferzan Özpetek Allacciate  le cinture, si racconta. 

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Francesco cos’ha di diverso  la settima stagione di  Rex rispetto a quella precedente? 

«Nella settima stagione il  mio personaggio, il commissario  Marco Terzani, è molto  più vero, per certi aspetti  addirittura tenebroso: parla  meno e agisce di più. La serie  si avvicina molto alla serialità  statunitense ed è a mio parere  un prodotto molto fresco e  giovanile, molto in linea con  lo stile di Raidue». 

Cambierà anche l’ambientazione  delle storie?

«Le ultime due puntate  sono state girate in Puglia  mentre in passato tutto si era  svolto sempre a Roma. Inoltre  tutti gli episodi sono sempre  autoconclusivi, tranne le  ultime due puntate che invece  saranno collegate tra loro». 

Come ti sei trovato, questa  volta, con Rex? 

«Ho sempre molto amato  gli animali e, negli anni, ho  posseduto ben otto cani, quindi  posso dire di conoscerli  bene. Adesso, invece, vivendo  a Roma, ho preferito prendermi  un gatto. Detto questo,  prima di iniziare le riprese,  ho lavorato per due mesi  a stretto contatto con  Rex e il novanta  percento delle  scene della  serie è girato  con  lui. Per questo è fondamentale trovare  un’empatia con lui. Tutti i  giorni andavo dall’addestratore,  Massimo Perla, per giocare  con lui, dargli da mangiare  e stabilire un rapporto.  Per me è stato un piacere fare  questo tipo di preparazione e  i risultati si sono poi visti sul set».

Com’è recitare con un  animale?  «Comporta maggiore concentrazione,  perché mentre  interagisci con lui devi allo  stesso tempo sforzarti di non  guardare o ascoltare il suo addestratore  che si agita e gli dà  indicazioni lì a pochi passi».

Passando al grande schermo,  sei uno dei protagonisti  del nuovo film di Ferzan  Özpetek, Allacciate le cinture.  Che avventura è stata? 

«Un’opportunità incredibile.  È stato stimolante  fare questo film, girare  con lui, entrare nel suo  mondo, perché si crea  un microcosmo fantastico  nel quale lui è al  centro e tu vi orbiti intorno  ».

Sei molto legato  sia a Ferzan  Özpetek che alla  città di Lecce,  dove è stato girato  il film…  «E’ come se avessi  un cordone ombelicale  che mi lega sia a  questa città che a Ferzan.  Lecce si è sposata  benissimo con quello che è il mondo di questo regista.  Sono un ammiratore del  Salento da ormai tantissimi  anni. Vedo delle analogie incredibili  con la mia regione,  la Toscana. La differenza non  è tanto la terra quanto le persone,  a mio parere: la marcia  in più di questa regione sono  gli abitanti».

Per te è un momento d’oro  professionale e anche sentimentale  grazie al fidanzamento  con l’ex corteggiatrice  Irene Capuano… 

«E per questo non mi resta  che godermi questo meraviglioso  presente. Sono sempre  stato un uomo proiettato  esclusivamente sull’oggi, anziché  sul passato o sul futuro.  Mi considero una persona con  la testa sulle spalle che, negli  ultimi tempi, a livello professionale,  grazie a incontri con  professionisti del calibro appunto  di Özpetek, ha avuto la  fortuna di crescere sia lavorativamente  che umanamente». 

Ti piacerebbe diventare  papà? 

«Sì, penso sia del tutto normale  desiderare,  a un certo  punto del  p r o p r i o  percorso  di vita,  una famiglia  tutta  per sé».

 Tommaso Martinelli per Stop

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