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Margot Sikabonyi: “Il mio sogno? Coltivare l’orto”

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margot-un-medico-in-famigliaPiace ancora tanto, Un medico in famiglia, la storica fiction di Raiuno in cui Margot Sikabonyi è presente, fin dalla prima stagione, nel ruolo di Maria Martini. E se il lavoro va a gonfie vele (l’attrice in questo periodo è impegnata anche a teatro con lo spettacolo Costellazioni) l’amore non è da meno, come ci racconta lei stessa in questa intervista.

Sei fidanzata con Jacopo Lupi, che non fa parte del mondo dello spettacolo…

«Sì, è un giovane imprenditore di Milano, anche se noi ci siamo conosciuti a Roma».

In generale, cosa ti colpisce di più in un uomo?

«La personalità e la luce negli occhi».

Un giorno ti piacerebbe mettere su famiglia o ti senti più uno spirito libero?

«Il sogno di avere una grande famiglia ce l’ho».

Affetti a parte, in questo periodo ti vediamo in Tv nei nuovi episodi di Un medico in famiglia. Cosa significa per te questa fiction?

«È sempre come tornare in famiglia, per cui stare su quel set è come essere a casa. Si tratta di lavoro ovviamente, ma ormai dopo tutti questi anni lo faccio con molta leggerezza perché tutto risulta spontaneo. Inoltre i nuovi attori hanno portato una ventata d’aria fresca, che male non fa dopo 16 anni».

In passato avevi detto che col personaggio ti eri identificata molto, forse anche troppo. E adesso?

«Sicuramente, crescendo, un po’ di problemi con il mio personaggio li ho avuti e l’ho sempre detto apertamente. Essere nell’età dell’adolescenza, quando ero alla ricerca di me stessa, e ritrovarsi nei panni di una ragazza così amata dal pubblico da sentirsi chiamare “Maria” in ogni occasione, un po’ di problemi me li ha dati. Adesso   però, Margot è più forte, sono più forte e quei problemi non ci sono più».

Stai lavorando anche al cinema, in Canada in particolare.

«Sì, ho recitato in un lungometraggio da me scritto e prodotto. è stato presentato anche al Milano Film Festival. Sono metà canadese, da parte di mamma, e lavorare in Canada è molto interessante, anche perché lì sono Margot e basta, Maria non esiste».

A teatro, invece, sei impegnata con Costellazioni

«È uno spettacolo molto complesso, che mi mette a dura prova. Prevede cento scene in 75 minuti e ha una trama intricata ma appassionante: parla di una storia d’amore basata sulla teoria dei mondi paralleli».

Com’è il tuo personaggio?

«Molto diverso da me e da quelli che ho fatto finora. A un certo punto si confronta anche con una malattia… per cui è un’esperienza che mi mette a dura prova, ma è una possibilità di crescere».

È uno spettacolo di giovani fatto per i giovani, giusto?

«Sì, sia il regista Silvio Peroni che l’attore con me in scena, Alessandro Tiberi, sono giovani. Il progetto è portare il teatro contemporaneo in Italia, che purtroppo fa ancora parte di una nicchia. Teatro per giovani che però è per tutti».

Sei sempre in grande forma, come ti mantieni così?

«Faccio yoga, che è anche un po’ una “medicina”. L’ho studiato più approfonditamente a Hong Kong e ho fatto un corso per diventare insegnante. Lo consiglio a tutti i miei amici, perché fa bene, calma la mente e fa bene al corpo. Inoltre sto attenta a quello che mangio e mi muovo molto, facendo lunghe passeggiate quotidiane col mio cane, un golden retriver».

E nel tempo libero?

«Andare con il cane al parco è una delle mie attività preferite. E poi mi piace vedere gli amici a cena, andare al mercato a fare la spesa e cucinare».

A proposito: qual è il tuo cavallo di battaglia ai fornelli?

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«I risotti, preparati in diversi modi: al radicchio o ai carciofi. E poi il pesce al forno».

Descriviti con tre aggettivi.

«Solare e positiva, simpatica. E poi sono dotata di grande sensibilità, che a volte è un bene e altre volte no».

Il tuo sogno nel cassetto?

«Ne ho tanti. Uno è realizzare un orto nella casa che ho comprato in Toscana. Mi piacerebbe coltivarlo e mangiare le mie verdure, proprio perché adoro seguire questa filosofia di vita. Vorrei anche fare l’attraversata dell’oceano in barca a vela».

Come vivi la notorietà?

«Sono molto timida e quando ero più piccola e la gente mi fermava per strada, non sapevo bene come reagire. A volte dicevo che non ero io, che si erano sbagliati. Invece adesso mi fa piacere. Però ancora adesso resto sorpresa quando qualcuno mi chiede una foto. Non mi rendo conto che ho un viso facile da riconoscere. Comunque ho un rapporto sano con la popolarità e forse per autodifesa mi dimentico di essere famosa».

Simona Saia per Stop 

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