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La glaciologa: “Così l’Italia potrebbe essere invasa dalle acque”

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Ghiacciai Basta sprechi! È ora di spegnere la luce. È ora di cambiare le nostre abitudini per salvare il pianeta dagli effetti nefasti dei cambiamenti climatici. Con questo obiettivo, il 29 marzo migliaia di città nel mondo hanno spento le luci dei monumenti simbolo per 60 minuti, come ormai avviene di consueto da sette anni. L’obiettivo del Wwf, ideatore dell’iniziativa, è sensibilizzare cittadini, istituzioni e imprese verso un tema non più rinviabile. Perché, come dimostrato dai dati scientifici disponibili, se la popolazione mondiale, insieme ai governi, non porrà un argine al surriscaldamento terrestre dovuto all’immissione di gas inquinanti, tra qualche decennio la vita sulla Terra potrebbe essere molto più complicata.

INTERE CITTÀ SPARIRANNO PRESTO SOTT’ACQUA- Un esempio? Lo scioglimento dei ghiacci polari determinerà l’innalzamento del livello dei mari, che copriranno d’acqua migliaia di chilometri di costa: intere città spariranno e centinaia di milioni di persone saranno costrette a spostarsi, innescando conflitti e problemi di approvvigionamento alimentare. Uno scenario tremendo, relativamente lontano, ma reale.

QUALE SOLUZIONE?-  E allora che cosa possiamo fare per evitare che i nostri figli o che le generazioni che stanno nascendo adesso vivano serenamente? Lo abbiamo chiesto a Guglielmina Diolaiuti, ricercatrice di glaciologia e climatologia all’Università statale di Milano.

Professoressa, perché è importante celebrare L’ora della Terra?

«È importante sul piano simbolico per ricordarci che i comportamenti di ogni giorno hanno effetti non trascurabili sull’ambiente. Il motivo è semplice: i ghiacciai si stanno sciogliendo a causa del surriscaldamento terrestre. L’effetto è negativo sul piano ambientale ed economico».

Economico?

«Sì. Basta pensare, senza andare troppo lontano, che sulle nostre Alpi certi ghiacciai si sono ridotti del 50 per cento, e così facendo, entro la fine del secolo potrebbero sparire quasi del tutto. La conseguenza è che, per esempio, si riduce di molto l’acqua che alimenta le nostre centrali idroelettriche, fondamentali per il fabbisogno energetico, ma anche l’acqua necessaria per irrigare i campi. E ancora, c’è l’aspetto turistico: oggi i ghiacciai sono un luogo d’attrazione che porta migliaia di turisti da tutto il mondo».

Non è riduttivo e sbagliato pensare di salvare il pianeta solo per fini economici?

«Sicuramente è necessario che le persone acquisiscano la giusta consapevolezza e sensibilità ambientalista. Ma se in questo momento il modo per ottenere un cambiamento delle abitudini è far capire alla popolazione che così ci perdiamo anche economicamente, beh, il fine, cioè salvare il pianeta, giustifica i mezzi».

Ma se i cittadini iniziano a usare meglio le risorse energetiche nella vita quotidiana, mentre i governi non impediscono alle fabbriche di inquinare in misura massiccia, non rischia di essere tutto inutile?

«Sicuramente ci sono Paesi come India e Cina che non controllano il modo di produrre delle proprie fabbriche. Ma posso dire che in Europa sono state messe delle regole e i risultati si vedono. L’apporto di tutti noi è fondamentale perché si arrivi a un equilibrio. E laddove le istituzioni non fanno nulla per sostenere l’ambiente dobbiamo essere noi a chiederlo».

L’Italia rischia davvero di essere sommersa dall’acqua? Vedremo Venezia scomparire sotto il mare?

«Posso dire che, certamente, se si scioglieranno totalmente i ghiacci alpini, l’acqua ingrosserà i fiumi e finirà in mare facendone alzare il livello: si parla di 30-40 centimetri. Se a questo aggiungiamo il fenomeno della subsidenza della costa adriatica, cioè lo “sprofondamento” del terreno, ci rendiamo conto che il rischio di vedere le città invase dall’acqua non è affatto immaginario».

Questo è lo scenario nel caso si sciogliessero i ghiacci alpini. Non ci dobbiamo preoccupare di più per i ghiacci polari?

«Certo, però mentre l’antartide, tutto sommato, è in equilibrio, bisogna stare più attenti al Polo Nord, dove si sta sciogliendo anche il ghiaccio marino. Il 2012 è stato l’anno peggiore di sempre. E le prime vittime sono gli orsi polari, ormai a rischio estinzione perché si trovano senza ghiaccio sotto le zampe…».

Stefano Lo Cicero Vaina per Vero

 

 

 

 

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