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Le lettere dal carcere di Katherina Mathas

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Katherina MathasPer la prima volta ecco le lettere scritte in carcere, quattro anni, fa da Katherina Mathas, oggi a processo per la morte del piccolo Alessandro Mathas, il bimbo di 8 mesi ucciso nella notte tra il 15 e il 16 marzo 2009 in un residence di Nervi.

In attesa che la Cassazione si pronunci su Antonio Rasero, l’ex convivente di Katerina Mathas condannato in primo grado a 26 anni e poi assolto, e mentre la madre è chiamata a rispondere in Corte d’Assise, il settimanale “Oggi” pubblica i suoi scritti della primavera del 2010.

“Mi tormento perché non l’avevo capito prima, non mi ero accorta che quell’uomo voleva fargli del male. Mi sono fidata ingenuamente. Ho sbagliato a credergli già quel giorno che sono arrivata da te incazzata nera perché gli aveva fatto del male raccontandomi che era caduto dal tavolo”, scrive Katerina a un’amica.

Al padre di Alessandro invece, il portuale Rosario G. che dopo la morte di Alessandro è tornato a vivere con lei, Katerina scriveva: “Non dovrei giustificarmi con te. Sei l’ultima persona con cui dovrei farlo, la prima però con cui mi sento di giustificarmi perché eri il suo papà. (…). Sai quanto lo adoravo. Sono andata contro tutti per metterlo al mondo”.

In un’altra lettera, un grido di disperazione rivolto al padre di Alessandro: “Quell’uomo ha ucciso il mio bimbo ma la vera assassina è stata quella merda (la cocaina, ndr). Ti avevo avvisato. Se tu mi lasci andare ci ricado. Mi hai lasciato andare. (…). Non si girano mai le spalle ricordatelo. Non avevi calcolato che Ale un giorno non ci sarebbe stato più”.

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