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Il primo esorcismo di Padre Amorth contro Lucifero

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Padre AmorthSono oltre 50mila gli esorcismi fatti nel corso della vita dall’esperto più famoso del mondo, padre Amorth. Ma uno in particolare è rimasto impresso nella sua mente, il primissimo. Lo stesso sacerdote ne ha parlato in diverse interviste e nel libro L’ultimo esorcista – La mia battaglia contro Satana edito da Piemme, narrando in profondità quanto accaduto. Questo primo caso fu molto “particolare” perché Padre Gabriele Amorth dovette scontrarsi con Lucifero stesso.

L’indemoniato era un contadino

La prima persona su cui padre Amorth compì un esorcismo nel 1987, dopo aver assistito per diversi anni padre Candido Amantini, fu un semplice contadino. L’uomo era molto giovane ed esile e venne accompagnato da un altro prete e da una terza persona, un traduttore. Inizialmente padre Amorth non capì il motivo per cui vi era questa figura e gli fu spiegato che quando l’indemoniato veniva posseduto parlava solamente in inglese e che quindi serviva un traduttore per capire cosa dicesse. Una volta iniziato l’esorcismo, il contadino non proferì alcun tipo di parola, come se nulla lo scalfisse, fino a che padre Amorth non invocò l’aiuto del Signore.

La battaglia ebbe subito inizio

Fu allora che il giovane contadino iniziò a fissare il prete, mettendosi a gridare in inglese. Le sue parole erano bestemmie e minacce rivolte all’esorcista. Arrivò a sputargli addosso e parve pronto ad aggredirlo fisicamente. Solamente quando padre Amorth arrivò al Præcipio tibi – una particolare preghiera di liberazione in cui l’esorcista dà ordini (“Comando a te”) in nome di Gesù – lo spirito demoniaco sembrò placarsi lievemente, per quanto le urla si fossero quasi trasformate in ululati. Padre Amorth racconterà poi nelle interviste che a un certo punto il demone si scatenò e arrivò a guardarlo fisso, perdendo saliva dalla bocca. L’esorcista continuò nel rito di liberazione, chiedendo e ordinando con la celebre frase: “Dimmi nel nome di Gesù Cristo il tuo nome” di rivelare chi fosse realmente.

Padre Amorth, di certo, non si aspettava di ricevere alla sua prima volta una risposta tanto “terrificante”, che avrebbe spaventato chiunque. Perché l’indemoniato rispose: «Sono Lucifero».

L’annuncio di Lucifero

Con suo grande stupore scoprì così che chi aveva di fronte era Lucifero in “persona”, ma a quel punto non poteva cedere o terminare l’esorcismo. Decise allora di impegnarsi ancora di più, di andare avanti con forza e incessantemente: non avrebbe smesso fino a che le forze non gli fossero mancate. Le preghiere di liberazione continuarono e il demone riprese ancora a urlare, facendo ruotare all’indietro sia la testa sia gli occhi del posseduto. E rimase a schiena inarcata per quasi un’ora. Chissà cosa deve aver provato padre Amorth dentro di sé in quegli istanti, chissà quali sensazioni provò. Si sa, dalle sue dichiarazioni, che nella stanza vi erano picchi di gelo e che la camera diventò improvvisamente freddissima. Non si arrese e ordinò a Lucifero di abbandonare il contadino, ma il corpo di quest’ultimo si irrigidì talmente tanto da divenire duro. Poi la cosa più incredibile: il giovane avrebbe iniziato a levitare e a librarsi in aria, ad oltre a un metro da terra. Il tutto per diversi minuti.

Ma Padre Amorth proseguì l’esorcismo e il posseduto ricadde infine sulla sedia. Poco prima di scomparire Lucifero annunciò il giorno e l’ora esatta in cui sarebbe uscito dal corpo del contadino.

Finalmente la liberazione

Padre Amorth continuò a esorcizzare il giovane ogni settimana, fino a quando non arrivò il fatidico giorno. Lasciò così passare quella settimana e lo richiamò alla successiva. All’arrivo sembrava molto tranquillo e nel corso dell’esorcismo non fece alcun tipo di replica alle invocazioni di liberazione. Anzi, lo stesso ragazzo pregò tranquillamente. Padre Amorth chiese così spiegazioni su come Lucifero ne fosse andato e il contadino raccontò che al giorno e all’ora indicata aveva inizitato a urlare come mai prima. Poi si era sentito come nuovo. E leggero.

 

Francesco Daise per Miracoli

 

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