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Adolf Hitler, i segreti “magici” legati al suo nome

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  Adolf Hitler bambino

Secondo alcuni ricercatori l’intera vita di Adolf Hitler è avvolta in un alone di mistero e magia. C’è addirittura chi indica il dittatore nazista come l’incarnazione della Bestia dell’Apocalisse, il Male assoluto in sembianze umane, l’anticristo delle antiche scritture e delle profezie, al diretto servizio di Satana, venuto a portare morte e distruzione nel mondo. A sostegno della natura diabolica di Hitler portano numerose prove, alcune un po’ troppo fantasiose e poco credibili, ma altre che fanno riflettere. Liberi di crederci o di considerarle fantasie e “coincidenze” come le ha bollate una certa storiografia “ufficiale”.

 

HitlerIl “magico” nome

Adolf Hitler nasce alle 18,30 di sabato 20 aprile 1889 a Braunau sull’Inn, cittadina, all’epoca di 4 mila abitanti, alla frontiera tra l’Austria e la Baviera. Suo padre Alöis lavora in dogana e all’età di 47 anni ha sposato in terze nozze sua cugina di Spital, Klara Pölzl. Klara ha solo 24 anni ed è già da tempo la sua amante. Quattro mesi e dieci giorni dopo il matrimonio nasce un maschio, Gustav, che muore però all’età di soli due anni. Migliore sorte non ha la secondogenita Ida, nata nel 1886 e scomparsa nel 1889 e Otto, nato e morto nel 1887. Adolf quindi è il quarto figlio della coppia, poi nascerà nel 1896 Paula, probabilmente neppure figlia di Alöis, ma sorellina prediletta del Führer.

Fino a ora nulla di straordinario se non fosse che l’albero genealogico della famiglia Hitler presenta alcune curiosità. La nonna paterna di Adolf si chiama Maria Anna Schicklgrüber e nel 1836 fa la cameriera nella casa del ricco barone austriaco ebreo Frankenberg. Maria-Anna rimane incinta e il 7 giugno 1837 da alla luce un maschio, Alöis, di padre sconosciuto, anche se le male lingue sostengono sia figlio del barone. Per mettere a tacere lo scandalo, i Frankenberg licenziano la giovane cameriera concedendole però un cospicuo vitalizio.

Cinque anni più tardi, nel 1842, Maria Anna Schicklgrüber sposa un minatore itinerante, Johann-Georg Hiedler, che se ne guarda bene di riconoscere Alöis. Dopo la morte di Hiedler, il fratello di questi, Johann-Nepomuk, decide, nel 1876, di legittimare Alöis. Le formalità notarili compiute, ci si accorge che lo scrivano ha commesso un errore e anziché registrare Alöis Schicklgrüber come Alöis Hiedler ha trasformato il cognome in Hitler. Il futuro Führer, paladino della purezza ariana, ha l’odiato sangue ebreo nelle vene e il suo cognome, che suona tanto bene in tutte le lingue, è frutto di pura coincidenza o, come sostengono alcuni ricercatori, c’è lo zampino del “maligno”.

Il nome di Adolf Hitler

Sì perché sul nome Adolf Wolfgang Hitler si possono fare alcune speculazioni. Il secondo nome, Wolfgang, dato a Hitler al momento della comunione in quanto cattolico, significa in tedesco lupo, traducendo l’intero nome in latino abbiamo: Adolphus Lupus Hitler, ora se rileviamo il valore numerico delle lettere latine e lo sommiamo secondo gli insegnamenti della Cabala ebraica, otteniamo 666, simbolo numerico tra gli occultisti della Bestia, ovvero l’animalità opposta alla umanità.

Lo stesso numero si ottiene “leggendo” la svastica nazista sul quadrante magico della Terra, utilizzando quella che viene definita matematica esoterica. Questa venne codificata nell’opera la “Filosofia occulta o la magia” di Enrico Cornelio Agrippa, nome d’arte di uno straordinario personaggio, medico, astrologo e chiromante, vissuto in Germania nel 1500 che dedicò la sua vita allo studio delle scienze occulte, della Cabala, dell’alchimia e della magia.

Hitler tiene molto al suo secondo nome del quale conosce probabilmente anche il significato esoterico che evoca il mostruoso e sanguinario Lupo Fenris. L’infernale creatura che sotto gli ordini di Hêla, la dea della Morte degli antichi germani, ha il compito di sbranare Odino, il dio supremo, nel corso di un titanico “crepuscolo degli Dei”. E compiere così la profezia dell’Edda (libro sacro della mitologia nordica) che preannuncia il ritorno di una nuova età dell’oro. Hitler utilizza Wolf sia come nome da battaglia sia quando non vuole rivelare la sua identità.

Nella primavera del 1940 il suo quartiere generale a Brûly-de-Pesche in Belgio si chiama Wolfschlucht (riparo del lupo). L’immenso centro di comando creato nel 1941 nella foresta di Rastenburg in Prussia orientale: Wolf-Schange (tana del lupo) e quello installato nel 1942 a Vinnitsa in Ucraina: Werwolf (il lupo mannaro). E lupi mannari si fanno chiamare anche i commandos che, in memoria di Hitler, seminano nell’immediato dopoguerra il terrore tra i nazisti che hanno rinnegato il Führer.

È come “Signor Wolf” che Hitler si presenta la prima volta alla sua futura compagna, Eva Braun, nello studio del fotografo Hoffmann. Wolf viene utilizzato anche nei documenti che lo legano a maghi, occultisti e logge segrete. Probabilmente a conoscenza della natura occulta del dittatore, Stalin chiama “caccia a Herr Wolf” l’operazione affidata a una speciale squadra del NKVD (la polizia segreta sovietica durante la seconda guerra mondiale) per accertarsi che Hitler non sia riuscito all’ultimo minuto a sottrarsi alla morte fuggendo dal bunker sotto la Cancelleria. Alcuni studiosi hanno stabilito che la cittadina natale di Hitler è un centro di quelli che gli occultisti definiscono “catalizzatori delle forze psico-telluriche” che renderebbero gli abitanti predisposti a sviluppare doti paranormali.

A sostegno di questa tesi portano le prove di come Braunau sia stata nei secoli la città natale di medium, veggenti e occultisti. Si dice che la balia di Hitler fosse nota per le sue capacità di chiaroveggenza e che oltre al piccolo Adolf abbia allattato anche Willy Schneider, uno dei più famosi sensitivi degli anni Venti, lungamente studiato dai parapsicologi. Adolf adora la madre, ma odia profondamente il padre, uomo severo e violento che sfoga spesso le sue frustrazioni su moglie e figlio. A sette anni, nel 1896, Adolf Hitler entra nella scuola monastica dell’abbazia benedettina di Lambach.

Ora, trenta anni prima, padre priore del monastero era uno strano personaggio, P. Theodorich Hagen, da giovane aveva viaggiato moltissimo: Gerusalemme, Patmos, Iran, Turchia, Arabia e Russia. Attratto dalle scienze occulte, era diventato un profondo conoscitore della Cabala e si era avvicinato anche ai riti e alle credenze del cristianesimo delle origini, profondamente antisemita. Diventato priore, aveva fatto venire nel 1869 una squadra di operai che avevano scolpito ovunque, nelle pietre delle mura come sugli oggetti di culto, il suo simbolo protettore: la svastica destrorsa.

In questa atmosfera da cattolicesimo medievale, profondamente antisemita, sotto la guida del padre superiore Adolf Johann Lanz, Adolf Hitler vive gli anni formativi dal 1896 al 1899. Un giorno parlando agli intimi del suo soggiorno a Lambach, Hitler confesserà: «Tutto è partito da là».

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Enzo Caniatti

Enzo Caniatti, giornalista e scrittore, dopo aver diretto per anni Gente Motori, Tuttomoto e Gentleman Collector, è oggi alla guida del portale autoelusso.it. Oltre alla passione per i motori ha quello per la storia. Dopo avere curato opere a dispense sulla II guerra mondiale e in particolar modo sul Terzo Reich, ha pubblicato due romanzi (L'ultimo segreto di Hitler e L'ultima notte) e un saggio storico (Legione SS italiana) per poi ideare e dirigere la testata Secret History. Per Algama ha pubblicato il thriller "Il signor Wolf", il thriller sulla fuga di Hitler e il serial "Madame Gestapo", ispirato a una spy story vera (www.algama.it)

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