
«Non c’è stata pubblicità occulta e lo dimostrerò in Tribunale». Ma la Rai lo licenzia in tronco. Alessandro Di Pietro, ideatore e conduttore di Occhio alla Spesa, malgrado i dieci anni di successi alla conduzione del suo programma, è stato allontanato dall’azienda. La decisione è arrivata dopo che l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha condannato la Tv di Stato a pagare una multa di 25mila euro per una presunta pubblicità occulta in favore di una società che produce pasta al germe di soia, fatta (sempre secondo l’accusa) nel 2012 durante tre puntate di Occhio alla Spesa. La Rai, da noi interpellata, ha preferito non commentare, mentre il conduttore s’è sfogato con Stop.
Di Pietro, ha meritato questo trattamento?
«La Rai mi ha allontanato con un provvedimento ingiusto. Dopodiché sono stato massacrato da una gogna mediatica pazzesca. Ora chiedo un risarcimento milionario per il danno di immagine che ho subito».
Lei afferma che non è stata fatta pubblicità occulta nel programma da lei condotto. Ne è proprio certo?
«Sì. Lo sostengono anche molti dirigenti Rai. Nelle puntate contestate non c’è riferimento al pastificio che produce questo tipo di alimento, né al proprietario dell’azienda. Inoltre, nelle riprese fatte presso lo stabilimento produttivo non compare alcun logo».
Se diversi dirigenti hanno preso la sua posizione, perché lei è stato licenziato?
«Sono un capro espiatorio delle magagne interne di alcuni dirigenti della Rai che, diversamente da me, godono di protezioni politiche. La Rai vive di politica. Sono solo l’ultimo anello di una lunga catena di responsabilità. È vero che contribuivo a scrivere i copioni della trasmissione, ma questi venivano poi approvati e siglati dal capostruttura»…
L’articolo integrale su Stop n.17, in edicola in tutta Italia da sabato 27 aprile