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Come farebbero comodo a questo Milan dirigenti quali Galliani, Braida e… Petrachi

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Allora probabilmente, o meglio, certamente i primi guai e grattacapi di questo attuale Milan (la proprietà, vale a dire il fondo Elliot, lecitamente vuol far business, ergo a oggi poco importa l’aspetto prevalentemente agonistico), ecco sono riconducibili a Silvio Berlusconi, vale a dire colui il quale, il sodalizio rossonero l’ha fatto grande portandolo sul tetto del mondo. Sì il lento ridimensionamento milanista è iniziato proprio in concomitanza con l’ultima fase dell’epopea (strabiliante e superlativa nell’insieme) berlusconiana. Poi sono arrivati il fantomatico Mister Li (e tutt’oggi quella dei cinesi mai sbarcati sulla sponda rossonera del Naviglio milanese rimane una storia da decifrare, no?) con Fassone e Mirabelli, quindi il poc’anzi menzionato Elliotprima con Leonardo e ora con Gazids, Maldini, Boban e il talent scout Massara.

Ma al netto di tutto, al Milan attuale, un amministratore delegato navigato come Adriano Galliani (a Monza con Berlusconi calcisticamente parlando sta facendo faville) accompagnato a un direttore generale del calibro di Braida e da un direttore sportivo come Petrachi (dopo essersi lasciato male con Cairo a Roma sta lavorando bene), sì sarebbero (forse) più utili dell’acqua a certe latitudini di certi diversi.

Paolo Maldini, per carità resta una bandiera, Boban pure, ma né loro e né Mascara (resta un ottimo talent scout, ma fare il diesse è cosa diversa) sembrano le persone adatte a condurre il Milan fuori dalla palude. Ma del resto, per svoltare, se non si vuol rispolverare il passato management (appena citato con Petrachi), quantomeno  ci vorrebbe insomma una proprietà attenta all’aspetto prettamente agonistico in grado di rilanciare identità e un piano sportivo (o industriale che dir si voglia) nel breve – medio periodo. No?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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