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Capello “dimentica” Sacchi e dice: “Il Milan cominciò a vincere quando alle idee di Liedholm si aggiunsero i campioni”

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Fabio Capello, ex allenatore vincente di società quali Milan, Juventus, Roma e Real Madrid, calciofilo, uomo di calcio ed ex commissario tecnico di Inghilterra e Russia, oggi acuto, informato commentatore televisivo, nei giorni scorsi, a margine della presentazione del libro di Alberto Costa (giornalista storico del Corriere della Sera) intitolato “Da Calciopoli ai Pink Floyd”, intervistato dai presenti e dal giornalista della Gazzetta dello Sport Luigi Garlando, ecco ha parlato anche del suo Milan. E vuoi per un lapsus, per una dimenticanza, oppure per convinzioni, commentando la fu Grandeur Rossonera, ma anche la stretta attualità (e non solo) di questo fine ciclo milanista griffato mister Gattuso, ecco ha dimenticato di menzionare nientepopodimenoche, Arrigo Sacchi, colui il quale, di fatto, anni fa cambiò il calcio italico.

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Cosa ha detto Capello di tanto clamoroso? Ecco le sue dichiarazioni riprese dalla Gazzetta dello scorso martedì 30 aprile: “Subentrai (nel 1987, ndr) a Liedholm nelle ultime 5 e centrai l’Europa”. E ancora: “Gli uomini contano più degli schemi. Il Milan cominciò a vincere quando alle idee di Liedholm si aggiunsero i campioni. Van Basten il più grande”.

“Beh qualche merito a Sacchi diamoglielo” ha aggiunto l’acutissimo Garlando.

Ohibò e perché il Fabio Massimo non ha parlato dell’illustre collega? Ah … mannaggia a non saperlo.

Capello ha poi chiuso così: “Negli ultimi 20 – 25 metri, Cassano era più forte di Totti. Poteva diventare il migliore con Messi e Ronaldo”.

Così parlò a Milano, in una strana serata di fine aprile, Fabio Capello. E le sue dichiarazioni, sì hanno fatto, fanno e faranno rumore. No?

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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