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L’ultima storia da raccontare, il romanzo sulla mafia russa stanziatasi sul Po

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Esordio a quattro mani, quello della coppia alessandrina di scrittori, Danilo Arona e Angelo Marenzana entrambi ben lieti di portare a spasso per il mondo uno spaccato della loro provincia sotto forma di voce letteraria. E lo fanno con L’ultima storia da raccontare, volume che porta la firma di Watson Edizioni, brillante e coraggiosa casa editrice romana che sta emergendo sul mercato grazie all’accurata scelta di romanzi di genere e narrativa per ragazzi.

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Nel romanzo si narra di due clan contrapposti della mafia russa che tentano di regolare i propri conti sulle sponde del Po per il controllo dei traffici illeciti che stanno smembrando una Valenza, la nota capitale dell’oro vista in un’ottica di declino per via di una profonda crisi economica e culturale. Allo stesso tempo si ripresenta Amy, di ritorno dall’America a  riaprire il sipario sul mistero di una ragazza sparita trent’anni prima, corollario di una squallida e criminosa storiaccia di provincia. E sopra a tutti svetta la figura di Mara, sicario della mafia russa nel suo disperato tentativo di salvare da una colata di cemento un pezzo di patrimonio ambientale come quello della Garzaia, un’area protetta situata sulle rive del Po. E poi ancora, tra olmi, voli d’airone e farfalle, si muove un parterre di serial killer, musicisti, gangster e malavitosi di mezza tacca, professionisti della guerra e malinconici amanti. Senza tralasciare il clima oscuro che colpisce con un ciclone atlantico il Monferrato e Valenza Po nel giorno e nella notte di un’inevitabile resa dei conti, quasi come una forza purificatrice.

I tre distinti vettori narrativi convergono nel finale in un’unica catartica scena dello scontro a fuoco nel corso di un ultimo concerto alla Vecchia Taverna dove ricordi, musica e illegalità se ne vanno a braccetto. Può essere inteso come un omaggio a Quentin Tarantino? Certo che sì, visto che i richiami a Tarantino ci stanno tutti. E a loro discolpa Dice Danilo Arona. Anche se però, per onestà intellettuale, i due autori ci tengono precisare che il romanzo è stato scritto e finito giusto pochi mesi prima dell’uscita nelle sale cinematografiche di The Hateful Eight dove il regista americano racconta di un manipolo di bastardi pronti a regolare i propri conti a colpi di colt e doppietta in una stazione di posta sperduta tra le nevi del Wyoming. Preferiscono quindi riferire il loro omaggio a un film degli anni della loro giovinezza, ovvero il capolavoro di Sam Peckinpah, Il Mucchio Selvaggio.

L’oscuro bagliore dell’uomo nero. Fenomenologia dello spauracchio, di Danilo Arona – GUARDA

La caratteristica del romanzo è la scrittura a quattro mani che subito, in terra piemontese, richiama l’esperienza di nomi noti come Carlo Fruttero e Franco Lucentini.

L’ultima storia da raccontare ha una sua genesi particolare.” Racconta Danilo Arona. “Un giorno abbiamo avuto modo, io e Angelo, di confidarci che nei rispettivi cassetti poltriva un nutrito numero di cartelle relative a due differenti storie, entrambe senza una via d’uscita. Come spesso capita a chi scrive. Iniziare, bloccarsi a metà percorso e abbandonare il progetto iniziale. Così abbiamo incominciato a ragionare sulla possibilità di utilizzare il materiale esistente e di lavorare in parallelo, ognuno con i propri personaggi, pur molto distanti tra loro, con lo scopo ultimo di arrivare a un finale comune e per certi aspetti inatteso. E’ stato necessario anche un paziente lavoro di amalgama e limatura per uniformare anche parte dello stile. Ci siamo ispirati al modello dello scrittore francese Jean Christof Grangé (autore di romanzi come Il fiume di porpora o il più recente L’inganno delle tenebre) le cui trame sono rappresentate da storie in parallelo, apparentemente senza un filo comune, lontanissime anche in termini geografici. Ma il finale lascia sempre a bocca aperta il lettore. Come è capace di fare un vero maestro.”

L’ultima storia da raccontare non deve però trarre in inganno. Il titolo del romanzo non nasconde il desiderio di chiudere la carriera di scrittura dei due autori, ma in realtà è solo il richiamo a Last Story Yet To Tell, un blues dal sapore notturno, lento e solenne, scritto e cantato da Giorgia Barosso, un’apprezzata compositrice e pianista con oltre venticinque anni di esperienza musicale alle spalle. Un pezzo che crea l’atmosfera giusta per sfumare gli avvenimenti del romanzo.

L’ultima storia da raccontare, di Danilo Arona e Angelo Marenzana, Watson Edizioni

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