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Adrian, piccolo capolavoro o grande flop?

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Celentano, annunciato a gran voce (e ad altissimo volume) torna in TV sette anni dopo il doppio concerto live all’Arena di Verona.
Nei giorni precedenti, tra un susseguirsi d’indiscrezioni, si è avuta l’impressione che qualcosa non
stesse funzionando per il verso giusto. La rinuncia di Michelle Hunziker e del vecchio socio Teocoli hanno fatto insospettire i vertici Mediaset radunatisi in massa al teatro Camploy.
Dopo un’interminabile pubblicità si apre lo show.
Nino Frassica, assieme all’inseparabile collega Francesco Scali, compaiono vestiti da preti in un
set diviso tra Dogana, Bar e Chiesa. Si siedono e aspettano la lunga fila di persone desiderose di
salire sull’arca. Il riferimento alla spinosa questione migranti appare subito evidente.
“Tu puoi entrare, tu no.”
Ogni gesto, ogni movimento è stato orchestrato da Adriano. Lo si sente respirare in ogni frase.
Eppure manca ancora lui quando tocca a Natalino Balasso, il geniale folletto veneto.
Questi si esibisce in uno dei suoi classici monologhi al vetriolo, contro la stupidità di una certa
televisione, contro la propaganda sulla violenza. Poi, tra fulmini e tuoni, arriva lui.
Joan Lui, meglio.
Adriano compare quasi inaspettato, ormai. Saluta il pubblico in ovazione, accenna due parole
svogliate, beve un bicchiere d’acqua e si defila oltre la porta.
Tutto qui?
Il fatto che tanti si siano posti questa domanda risponde già all’interrogativo. Si, tutto qui. Adriano,  gira voce, ha sottoscritto sul contratto con Mediaset una clausola che gli permetterebbe di non comparire nemmeno sul palco se dovesse decidere così.
Lui lo fa, ma riuscendo a fare incazzare tutti. Pubblico e dirigenza Mediaset.
Un genio vero.
Parte finalmente il cartone animato rimasto in soffitta per anni in attesa di trovare una decorosa
sistemazione.
I disegni di Milo Manara sono audaci, eccitanti, in parte superflui ma comunque accattivanti.
L’animazione appare fin dai primi secondi grossolana, come un vecchio videogame anni novanta.
Il doppiaggio è a tratti imbarazzante.
Ma la trama?
In linea di massima si ripete quella di Joan Lui, film costosissimo del 1985 nel quale Celentano si
celebrava, si esaltava, si montava, scriveva e costruiva un alter ego surreale, fuori dagli schemi,
completamente avulso dalla realtà. Quindi magnifico.
Adrian vede nel protagonista un rivoluzionario del 2068 alle prese con una civiltà distrutta dal
predominio corrotto dei potenti, dalle associazioni criminali, dalle forze dell’ordine colluse con il
sistema marcio che li ha resi a loro volta schiavi e schiavisti.
Le musiche sono di Piovani e si sente. Le canzoni fanno da tamburo lungo un percorso sempre più
in ombra, sommerso dai grattaceli e dallo smog.
C’e la solita retorica di Celentano in Adrian. C’e il solito sermone confezionato in un’altra maniera
ma che resta tale, da sempre.
C’è quell’egocentrismo smisurato che avvolge ogni cosa con un telo di presunzione.
Ci sono le ovvie polemiche: scene di sesso non adatte a quell’ora, animazioni ridicole, banalità
della trama, noia, noia, noia.
Qualcuno, in realtà, si è fermato a guardare fino alla fine senza farsi fregare dai pregiudizi.
Apprezzando, infine, un progetto folle e coraggioso su cui riflettere, polemizzare e discutere.
Esattamente quello che ci si aspetta da un progetto di Adriano.
Concludo provocatoriamente con una vecchia battuta di Paolo Rossi dedicata a tutti i perbenisti
che hanno attaccato la serie per uso esplicito d’immagini erotiche:
“Ma perché in televisione, all’ora di cena, invece che i telegiornali con scene di guerra non mettono un bel film porno?”
“Perché a quell’ora sono svegli i bambini. E si sa che i bambini, quello che vedono in TV, poi da
grandi lo rifanno”.

Alex Rebatto

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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