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Juve: il casino offensivo organizzato di Max Allegri è football per l’Europa, no?

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Allora detto che vincere la Champions League non è affare semplice e … inevitabilmente chiama (pure) una buona dose di fortuna, al patto però di essere audaci, beh dietro al casino (tattico) di questa Juventus (Made in Andrea Agnelli e Fabio Paratici, con buona pace del neo interista Beppe Marotta, ndr) edizione 2018 – 2019, più che Cristiano Ronaldo (sempre al top anche quando in realtà fa cose nella norma) si cela la mano dell’allenatore (a torto sottovalutato dai media, dai calciofili e dai tifosi bianconeri) Massimiliano Allegri (voto 10 e lode) fu Malinconia. E … tal Madama Casinara, se a marzo non perderà la sua sana follia, mah … rischia di (toccatevi e tocchiamoci gli zebedei… insomma facciamo gli scongiuri), sì in giro per il continente europeo può divertire, divertendosi of games click this netent.

Del resto far convivere calciatori fortissimi quali Mandzukic (vecchio, roccioso pirata delle aree di rigore), Dybala (rende al meglio allorquando non è il quadro, ma la cornice) e il poc’anzi citato Cr7, terzetto fantasia imprevedibile, ecco è alchimia tecnico – tattica interessante che, proprio in chiave europea, potrebbe… condizionale d’obbligo, riservare piacevoli sorprese alla Vecchia Signora e ai suoi sostenitori. Senza dimenticare che Douglas Costa (dinamite), Bernardeschi, Cuadrado (mina vagante e colonnello di Allegri) e il giovincello Kean, dietro le quinte, scalpitano. Il football di Allegri bada alla sostanza e agli interpreti più che ai moduli numerici e … sin qui, il Max da Livorno ha sbagliato pochissimo: Chapeau!

Intriga inoltre il centrocampo della Juve, reparto ben orchestrato dal folletto, poco celebrato ma monumentale e al centro del villaggio Pjanic, colui il quale supportato da Matuidi (folletto equilibratore) e Bentancur (uruguayano tostissimo e … tecnicamente arrapante) sa il fatto suo. Sempre e comunque.

La difesa? Benatia, Bonucci e Chiellini … una Champions se la meritano, no?

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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