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Donald Trump: “L’Ue è un nostro nemico”. Strano? No, è così dal 1992

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Nel marzo 1992 il New York Times rivelava l’esistenza di un piano segreto del Pentagono inerente l’Unione Europea. Poco dopo, in Italia, scoppiava l’allarme su un piano destabilizzante del Paese. E avvennero le stragi

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C’è grande stupore per le parole usate da Donald Trump in un’intervista alla Cbs, parole con le quali il presidente americano ha definito l’Ue «un nostro nemico». In realtà non c’è nulla di cui stupirsi. Semplicemente Trump è un uomo senza filtri, diretto, che spiazza tutti per l’apparente assenza di strategie diplomatiche. Di fatto, tuttavia, che le cose siano così è documentato almeno dal 1992.

Il documento segreto

Ho avuto modo di scriverne a lungo nel libro “I diari di Falcone” (Chiarelettere), basato sulle agende elettroniche del giudice siciliano. Agli inizi di marzo del 1992, infatti, il New York Times rivelò l’esistenza di un documento segreto del Pentagono preparato sotto la supervisione del sottosegretario alla Difesa Paul Wolfowitz. In sostanza gli Stati Uniti si prefiggevano un obiettivo di fondo: restare l’unica superpotenza dopo la fine della Guerra Fredda. Per far questo reputavano necessario impedire che l’Europa si dotasse di un proprio esercito, obbligandola a restare sotto l’ombrello “benevolo” della Nato. Inoltre, bisognava impedire che l’Europa aprisse alla Russia (cosa che l’Italia aveva iniziato invece a fare con una collaborazione commerciale senza precedenti), unico Stato in grado di poter colpire al cuore gli Stati Uniti. In questa maniera, sosteneva il documento, gli Stati Uniti sarebbero potuti intervenire nei conflitti o per dirimere le questioni internazionali, anche senza il placet dell’Onu.

Quando la notizia emerse, il Pentagono non smentì affatto il documento, limitandosi a dire che si trattava solo di una bozza. Com’è noto, tuttavia, le cose sono andate esattamente come previsto da quelle carte: l’Europa non ha un proprio esercito e si muove seguendo la Nato anche senza il placet dell’Onu. E soprattutto la Russia viene tuttora tenuta ben distante, colpita dalle sanzioni economiche.

 

Il piano destabilizzante

Comunque sia, dieci giorni dopo la rivelazione del New York Times del marzo 1992 sul piano segreto del Pentagono, una “circolare ai prefetti” diramata dal Viminale informava tutta l’Italia di un piano destabilizzante volto a cambiare il potere nel nostro Paese, un piano che prevedeva attentati tra il marzo e il luglio del 1992. Attentati che puntualmente sarebbero avvenuti. A prendere sul serio tale piano fu soprattutto un consumato parlamentare democristiano, Vittorio Sbardella, che senza mezze misure spiegò a tutti come secondo lui, dietro il tentativo di destabilizzare dell’Italia ci fossero gli Stati Uniti che non volevano l’Europa unita. Il 21 e il 22 maggio 1992 Sbardella scrisse due lanci per l’Agenzia Repubblica (nulla a che vedere con il quotidiano Repubblica) in cui annunciava un “bel botto esterno” come ai tempi di Moro per impedire l’elezione al Quirinale di Giulio Andreotti, ormai sgradito agli Usa.

Il 23 maggio avvenne la strage di Capaci.

Al fondatore dell’Agenzia Repubblica Lando Dell’Amico che gli chiedeva a cosa alludesse con la frase “un bel botto”, Sbardella avrebbe risposto: «Lo sentirete, lo sentirete purtroppo. E comunque potrete vantarvi per lo scoop…»

Chi lo avesse informato e perché, nessuno lo ha mai saputo.

Probabilmente solo perché nessuno ha mai voluto saperlo. Perché alla fine, nel parlare degli infiniti misteri italiani, qualcuno tra gli addetti ai lavori (e non certo tacciabile di complottismo) si stufò: tre anni prima di morire il generale Nicolò Bozzo, già braccio destro del generale Dalla Chiesa, davanti alla “Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro”, il 22 settembre 2015, disse a tutti parlamentari riuniti: «Sa chi c’era dietro alla P2 ? La CIA. Fintanto che non affrontate questo problema dei poteri che ha la CIA nei territori europei…»

L’Ue è un nemico

Naturalmente quel problema non fu affrontato, non è affrontato ora e non lo sarà in futuro. Oggi però che l’unico vero alleato americano, la Gran Bretagna, è uscito dall’Ue, l’America torna a tentare di indebolire il Vecchio Continente, nella continuazione di una politica prevista dal Pentagono fin dal 1992. Per questo Trump, che non conosce filtri, parla di Ue come di un nemico: perché lo è sempre stato. Farà leva su chi ne vuole la disgregazione, Italia in primis (d’altra parte, l’Europa ci ha sempre maltrattato) e tenterà di impedire ancora accordi commerciali tra l’Ue e la Russia. Ha iniziato suggerendo a Theresa May di far causa all’Ue per la Brexit. Poi ha attaccato la Germania: «La Germania è prigioniera della Russia sull’energia e poi noi dovremmo proteggerla dalla Russia, ce lo spieghi. Ci sono Paesi come la Polonia che invece non accetterebbero il gas russo perché sarebbero prigionieri della Russia».

Edoardo Montolli

 

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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