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Angelo Izzo, ritratto dell’assassino che parlava con Gesù

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di Edoardo Montolli per Gqitalia.it

Con quegli occhi perennemente sgranati Angelo Izzo sembra sempre che ti stia rivelando qualcosa di clamoroso. Qualcosa che si è tenuto dentro per decenni e che ora grida, quasi con soddisfazione. Anzi, senza quasi. L’ultimo racconto riguarda la giovanissima Rossella Corazzin, liceale diciassettenne di San Vito al Tagliamento, Pordenone, scomparsa alla sua prima vacanza con la famiglia il giorno in cui andò sola a passeggiare nei boschi di Tai di Cadore. Svanì insieme ad una  macchina fotografica e ad un libro. E nessuno ne seppe più nulla. Era il 21 agosto 1975. Papà Sergio morì di dolore pochi anni più tardi, mamma Elisanna continuò per il resto della vita, terminata nel 2009, a sperare che tornasse. E a lasciarle i vestiti puliti sul letto. D’altra parte l’avevano cercata dappertutto, pure nei casolari abbandonati dove si mormorava si svolgessero riti satanici. E riaprirono il caso più volte fino a quando, nel 2010, Rossella fu dichiarata morta dal tribunale di Pordenone nel 2010.

Le parole di Angelo Izzo

Ora il caso potrebbe essere riaperto perché Angelo Izzo, 63 anni, dal carcere di Velletri in cui sconta i suoi due ultimi ergastoli, ha recuperato la memoria dopo 43 anni. Ricorda come quell’estate alcuni estremisti di destra stavano andando in vacanza a Cortina. Notarono Rossella, la caricarono su una Land Rover e la portarono prima in un casale a Riccione e poi sul lago Trasimeno, in una casa dove la giovane sarebbe stata violentata da dieci persone e poi uccisa. Scelta perché “vergine” sarebbe stata sottoposta ad una sorta di rito in onore del Diavolo. Però al momento del sequestro lui non c’era, perché si trovava a Positano. E neppure del delitto sa dire qualcosa, dato che non vi partecipò. Tra i nomi della banda fa quelli di Gianni Guido, Andrea Ghira e Francesco Narducci. Quest’ultimo è il medico morto nel 1985 nel lago Trasimeno, sulla cui fine a lungo la Procura di Perugia indagò, ritenendolo coinvolto in una fantomatica setta legata al mostro di Firenze, in un’inchiesta che sarà infine archiviata. Gli altri due furono i compari coi quali, un mese dopo la scomparsa di Rossella, Izzo sarebbe stato protagonista del massacro del Circeo.

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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