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Niente aumento a mister Allegri, ma calciatori forti, altrimenti avanti un altro

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L’eco della figuraccia, complice il pessimo secondo tempo (inguardabile, presuntuoso, molle, assurdo, arrogante) della Juventus contro il Real Madrid, nella finalissima di Champions persa malamente a Cardiff, ovviamente è ancora vivo.

E ci mancherebbe fosse altrimenti.

E se i calciatori, tutti eccezion fatta per Pjanic e Mandzukic hanno le loro colpe, pure mister Max Allegri non è esente da responsabilità. Ergo, anziché ottenere l’aumento per restare a Torino, i dirigenti farebbero meglio a investire euro importanti nel progetto per acquistare 4 elementi forti e pesanti (un laterale basso, uno alto, un centrocampista e un attaccante) per riprovare da subito e immediatamente, l’assalto all’Europa che conta.

Un Ko dinanzi a uno squadrone qual è quello madrileno ci sta, per carità. Ma beccare tre pere in 40 minuti di totale amnesia non va bene. Soprattutto quando la posta in palio era altissima.

Cosa doveva fare Allegri per fronteggiare meglio e in modo diverso di quanto ha invece fatto gli spagnoli allenati dal bravo Zidane?

Allora tra il primo e il secondo tempo, così per vedere l’effetto che poteva fare, per tenere alta la guardia, per riaccendere il fuoco… sostituire Barzagli con Marchisio e, passare dal 4-2-3-1 (modulo troppo molle per questo Realissimo) al 4-3-3, chissà, magari probabilmente male non avrebbe fatto. Tutto questo ovviamente , dopo aver fatto prove e riprove (cosa che invece non è stata ahimè fatta) nel mese scorso, allorquando superando l’Atletico, divenne chiaro che la squadra da battere (con un centrocampo fenomenale tra tattica, tecnica e fisicità) sarebbe stato proprio il team allenato da quella bella (e fortunata a disporre di una rosa tanto ricca e vip) volpe di Zidane.

Ah… dite che proprio Max Allegri pretende un aumento? Ribadito che resterà alla Juventus, in caso di richiesta pesante, si potrebbe cambiare coach e dirottare le attenzioni su Massimo Carrera. Che ve ne pare?

Stefano Mauri

 

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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