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Le Storie di Alex Rebatto – L’ultima fuga

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waitsss

“Pssst… Ehi “.
Si muove il Ragno. Il Cuore barcolla appena.
“Ehi, ragazzi. Di qua!”
Il vecchio Waits tossisce sul brandello di pelle fredda.
“Chi è che parla? Chi cazzo è che parla?”
Un attimo di silenzio.
“Sono io, il Samurai. Da queste parti si ghiaccia. Com’è la situazione laggiù?”
La Ballerina seminuda trema. Il Gatto si stiracchia.
“Direi che è ora di sloggiare” conferma quest’ultimo guardandosi attorno.
“Bene” il Samurai annuisce “Ci siamo tutti? Dovremmo essere in otto. Manca qualcuno?”
Waits grugnisce dalla scapola.
La Carta da gioco si mette sull’attenti.
Il sorriso della Mamma si trasforma in una smorfia:
“Non siate imprudenti, ragazzi” dice.
“Com’è la situazione laggiù?” domanda il Cuore puntando la freccia che lo attraversa verso il basso.
La Ballerina fa un mezzo giro e incrocia le braccia, infreddolita.
“Freddo” risponde “Molto, molto freddo”.
Il Ragno si muove dal collo al petto, raggiungendo il cuore.
“E’ andato definitivamente?” domanda.
Il Cuore chiude gli occhi e resta in silenzio per qualche secondo.
“Affermativo. Del resto è stato un incidente indimenticabile.”
“Che tragedia” commenta la Mamma asciugandosi una lacrimuccia.
“Bando alle ciance” interviene Waits sistemandosi il cappello “Dobbiamo trovare una soluzione e alla svelta. Il tempo stringe. Guardiamoci attorno.”
Nel letto accanto un vecchio respira affannosamente. E’ coperto con un lenzuolo fino al mento.
“Decadente” commenta il Samurai.
“Alternative?” domanda la Carta da gioco accarezzandosi pensierosa i picche.
Un’altra occhiata attorno.
La stanza dell’ospedale conta tre letti. Uno è disabitato. L’altro vede quel vecchio come unica possibile alternativa.
Una luce al neon blu illumina la nuca calva del motociclista senza vita.
“Il vecchio è l’unica possibilità” sentenzia il Gatto tornando con le zampe anteriori sulla pelle ormai gelida.
“Povero figlio” piagnucola la Mamma.
“Come ci muoviamo?” interviene il Samurai.
“Okay” dice Waits tossendo “Ecco il piano. Cuore, riesci a sfilarti quella dannata freccia?”
“Ci posso provare. Non l’ho mai fatto.”
“Non l’hai mai fatto?” ridacchia il Gatto “Ma avrai almeno vent’anni.”
“Sono una vecchia fiamma.”
“Provaci” la incita il Samurai.
Uno strattone, poi un altro e la freccia fuoriesce dal Cuore.
“Finalmente” esclama la Ballerina.
“E ora?” chiede il Ragno.
Waits svuota il suo bicchiere e indica il vecchio a pochi metri di distanza.
“Gatto, passa al Cuore il tuo gomitolo. Ora, tu riesci a legarne un’estremità alla freccia?”
“Nessun problema, credo.”
Il Gatto con qualche zampata spedisce il suo gomitolo di filo rosso al Cuore che, a sua volta, lega un capo dello stesso alla freccia.
“Pronti.”
“Benone. Samurai, che mi dici delle tue armi?”
Il Samurai si stringe nelle spalle.
“Solo spade, amico. Se cerchi un arco caschi male.”
“Dannazione. Serve un’idea migliore. Io ci ho provato. Se mi cercate mi troverete qui a bere” conclude Waits sedendosi affranto.
“Forse ce l’ho io l’idea” interviene la Carta da gioco.
Tutti si fanno attenti.
“Se mi piegassi su me stessa potrei diventare una cerbottana!” esclama.
Il Ragno resta immobile sulle zampe.
La Ballerina tossisce imbarazzata.
Il Samurai finge di affilare le sue spade sulle unghie dei piedi del motociclista.
“Per Dio. Basta con ‘ste stronzate” sbotta Waits sollevandosi “Mamma! Sai ancora fare quell’acuto che usavi come sveglia ai tempi della scuola?”
La Mamma annuisce e pompa aria nei polmoni.
“Tenetevi stretti, ragazzi.”
Una nota prima sottile come un filo d’erba diventa, a mano a mano, sempre più acuta.
Il vecchio nel letto acanto grugnisce, poi bestemmia in un colpo di tosse ed infine si libera del lenzuolo.
“Che diavolo è?” esclama scivolando giù dal letto.
Avrà almeno settant’anni con le attenuanti generiche. Una barba bianca incolta e un passato da marinaio.
Sulla spalla nuda un’ancora con una corda avvolta attorno.
Il marinaio si avvicina al motociclista e lo osserva con due occhi vacui sotto le folte sopracciglia bianche.
“Ehi, ragazzo” lo smuove appena.
Poi aumenta d’intensità sporgendosi sopra di lui.
“Ehi, sei vivo?”
La freccia, legata al gomitolo, viene lanciata dal Samurai verso l’ancora e vi si attorciglia.
“Via libera” sussurra Waits aggrappandosi al filo rosso.
La Carta da gioco, imprigionata da un artiglio del gatto, lo segue a ruota.
Poi il Samurai, il Ragno e il Cuore li raggiungono.
“Presto! Presto!”
La Ballerina offre la mano alla Mamma.
“Andiamo. Ti aiuto io.”
Quest’ultima scuote la testa e prova a sorridere, come solo una mamma sa fare.
“Vai tu” le dice facendo un passo indietro. La gonna lunga le s’impiglia in un neo.
“E’ giusto che io resti qui.”
Il vecchio marinaio si ritrae.
Ora ha la bocca spalancata e i pochi denti rimasti in bella mostra tremano in uno spasmo terrorizzato.
“Infermiera” prova a gridare.
“Infermiera!”
Gli esce solo un rantolo. Corre verso il suo letto e preme un pulsante rosso.
L’infermiera spalanca la porta un istante dopo.
“Che succede?” domanda assonnata stropicciandosi gli occhi.
“Il ragazzo” fa il vecchio indicando il letto accanto al suo “Credo sia morto.”

“Psssst… Ehi, Samurai.”
“Cosa?”
“Hai pensato al vecchio, domattina, quando si risveglierà?”
“No.”
“Waits!”
“Eh?”
“Hai pensato…”
“Si. Zitto, ora. Ho un piano. La vedete quell’infermiera accanto al motociclista?”

Alex Rebatto

2084 per ALGAMA Editore

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Alex Rebatto

Alex Rebatto, classe 1979. Ha collaborato nei limiti della legalità con Renato Vallanzasca ed è stato coautore del romanzo biografico “Francis”, sulle gesta del boss della malavita Francis Turatello (Milieu editore), giunto alla quarta ristampa. Ha pubblicato il romanzo “Nonostante Tutto” che ha scalato per mesi le classifiche Amazon. Per Algama ha pubblicato il noir "2084- Qualcosa in cui credere"

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