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“Terminator: Genisys” di Alan Taylor: la maturità della macchina

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“Vecchio, non obsoleto.”

È la battuta chiave del quinto episodio dell’epopea di Terminator: “Terminator Genisys”. La pronuncia l’inarrestabile macchina da combattimento che da’ il nome alla serie, ammettendo la propria usura con l’orgoglio di sapersi ancora utile.

Da appassionato del ciclo, che mi auguro non “terminato”, toglierei il vecchio.

Le buone idee nel cinema non invecchiano mai, e quella del cybor/killer ultraforte e indistruttibile, determinato a eliminare la vittima designata, ha bucato il grande schermo sin dall’esordio del 1984, diretto non a caso da un grandissimo regista, James Cameron, autore ad oggi dei colossal campioni di effetti speciali più visti della storia: Titanic e Avatar ( per tacere del meno conosciuto ma forse ancora più bello “The Abyss”)

La formula da allora è rimasta la stessa, a parte una variante, di non poco conto ma pressoché inevitabile quando un personaggio di successo, in questo caso l’indomabile cyborg modello T-800, ė interpretato da un attore popolare, Arnold Schwarzenegger: il passaggio di “Terminator”, affascinante cattivo nel film del 1984, tra le schiere dei buoni.

Il film opera una felice commistione fra tre cavalli di battaglia della fantascienza e del film d’azione.
Innanzitutto la lotta senza quartiere tra uomini e macchine (troppo) evolute, secondo lo schema classico della creatura che si rivolta al creatore. Non si tratta di un’idea originale, ovviamente, ma sottolineiamo che Terminator anticipa di una quindicina d’anni l’altra famosa serie che ha come sfondo questo tema: Matrix.

Ci sono poi i viaggi nel tempo, che da sempre incantano gli appassionati, col loro strascico di paradossi e loop temporali per la pericolosa interdipendenza tra passato e futuro. Anche qui mettiamo in evidenza che Terminator “brucia” di un anno il primo capitolo della triologia di “Ritorno al futuro”, capolavoro di Robert Zemekis, incentrata su vertiginosi andirivieni nel tempo.
Il terzo ingrediente di Terminator è la caccia all’uomo, un tema ricorrente nel cinema di suspense, che qui si presenta con un connotato originale: il cacciatore è una macchina irriducibile e apparentemente invincibile, così le prede devono fare i salti mortali per sfuggirgli.

Dopo l’esordio del 1984, la serie si è rivitalizzata affiancando alle prede un cyborg “buono”, che supplisce con qualità umane come il coraggio e l’ inventiva alla superiorità tecnologica del cyborg “cattivo”.

In Terminator Genisys il cyborg “buono” fa un ulteriore passo verso l’umanizzazione. Approfittando che Schwarzenegger, statuario e muscoloso interprete del primo film, è invecchiato, si immagina un analogo invecchiamento del personaggio, che mostra insospettabili doti di autoironia e saggezza, meritandosi addirittura l’appellativo di “papà”.

Insomma Alan Taylor, già distintosi per un’analoga operazione di restlyng sul personaggio di Thor nel secondo film dedicato al supereroe della Marvel, “Thor: the Dark World”, ha centrato l’obiettivo.

Rino Casazza

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Rino Casazza

Rino Casazza è nato a Sarzana, in provincia di La Spezia, nel 1958. Dopo la laurea in Giurisprudenza a Pisa, si è trasferito in Lombardia. Attualmente risiede a Bergamo e lavora al Teatro alla Scala Di Milano. Ha pubblicato un numero imprecisabile di racconti e 15 romanzi che svariano in tutti i filoni della narrativa di genere, tra cui diversi apocrifi in cui rivivono come protagonisti, in coppia, alcuni dei grandi detective della letteratura poliziesca. Il più recente è "Sherlock Holmes tra ladri e reverendi", uscito in edicola nella collana “I gialli di Crimen” e in ebook per Algama. In collaborazione con Daniele Cambiaso, ha pubblicato Nora una donna, Eclissi edizioni, 2015, La logica del burattinaio, Edizioni della Goccia, 2016, L’angelo di Caporetto, 2017, uscito in allegato al Giornale nella collana "Romanzi storici", e il libro per ragazzi Lara e il diario nascosto, Fratelli Frilli, 2018. Nel settembre 2021, è uscito "Apparizioni pericolose", edizioni Golem. In collaborazione con Fiorella Borin ha pubblicato tre racconti tra il noir e il giallo: Onore al Dio Sobek, Algama 2020, Il cuore della dark lady, 2020, e lo Smembratore dell'Adda, 2021, entrambi per Delos Digital Ne Il serial killer sbagliato, Algama, 2020 ha riproposto, con una soluzione alternativa a quella storica, il caso del "Mostro di Sarzana, mentre nel fantathriller Al tempo del Mostro, Algama 2020, ha raccontato quello del "Mostro di Firenze". A novembre 2020, è uscito, per Algama, il thriller Quelle notti sadiche.

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