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Il Fashion Roberto Mancini sopravvalutato e il malinconico Max Allegri sottovalutato?

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Roberto-Mancini

Roberto Mancini detto Bob, attuale trainer dell’Inter, senza dubbio gode di ottimi agganci e buonissime relazioni ma forse, e sottolineo forse, come tecnico da campo, per carità pur essendo capace… è un attimino sopravalutato. No? Arrivato all’Inter nell’inverno 2014 per sostituire Mazzarri, il Mancio (chissà perché a lui sì e all’altro no) ha subito ottenuto fondi e carta bianca al calciomercato, ma sin qui, nonostante le illusioni estive – invernali (nel football i conti si fanno sempre a Pasqua), ecco non ha raccolto tantissimo, con la squadra nerazzurra che pare una sgangherata corazzata (senza regista, con troppi attaccanti e con l’immenso Icardi ai box e svalutato) sprovvista di giusta rotta (cambiare sempre schemi è un limite) tecnico – tattica. Insomma: bello, elegante, impeccabile, permaloso e fashion, più che un mister da spogliatoio Mancini oggi pare un manager da scrivania. E il suo ciclo bis all’Inter parrebbe ormai avviato alla conclusione.

Che dire invece di Massimiliano Allegri da Livorno, allenatore formatosi alla scuola di Giovanni Galeone con quell’aria, alla Francesco Nuti, da toscanaccio malincoallegro, da qui il mio soprannome di Malinconia Allegri. Sì, questo Allegri, mentre scrivo tra l’altro mi ravvedo e gli chiedo scusa per averlo talvolta sottostimato (al Cagliari tuttavia fece un capolavoro), stavolta più dell’altra, con questa Juventus arrembante si sta dimostrando un bravo professionista e soprattutto un grandissimo gestore di risorse umane.

Per intenderci a lui i vari Morata, Dybala, Cuadrado, Caceres, Coman (che lui avrebbe volentieri trattenuto a Torino), Sturaro, Asamoah, Padoin,Alex Sandro e altri ancora debbono parecchio: poiché proprio grazie al condottiero tattico (il vice Landucci e il suo collaudato staff lo supportano egregiamente) livornese, questi calciatori hanno maturato esperienze significative. Dulcis in fundo è lo stesso Allegri che esce rafforzato dal biennio trionfale (comunque andrà sarà un successo) juventino: al Milan infatti Malinconia Max, caratterialmente pur tosto non pareva fortissimo come adesso è.

La Juve sta quindi giovando anche a lui.

Stefano Mauri

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Stefano Mauri

Stefano Mauri nato a Crema nel gennaio 1975, mese freddo e nebbioso per eccellenza. E forse anche per questo, per provare a guardare oltre la nebbia e per andare oltre le apparenze, con i suoi scritti prova a provocare, provocare per ... illuminare. Giornalista Free Lance, Sommelier, Food and Wine Lover, lettore accanito, poeta e Pierre appassionato, Stefano Mauri vive, lavora, scrive, degusta, beve e mangia un po' dappertutto. E ovunque si prefigge lo scopo di accendere se non una luce, beh almeno un lumino, che niente è come sembra, niente. Oltre a collaborazioni col mondo (il virtuale resta una buona strada, ma non è La Strada) web, Stefano Mauri, juventino postromantico e calciofilo disincantato, collabora con televisioni, radio e giornali più o meno locali. Il suo motto? Guardiamo oltre, che dietro le apparenze si cela il vero mondo.

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