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MALAPUNTA, l’ultimo romanzo horror di Danilo Arona

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Intervista di Gianfranco Staltari a Danilo Arona su Malapunta, uno dei romanzi horror più travagliati dello scrittore

malapunta
Dopo la precedente incarnazione con Edizioni XII torna Malapunta, uno dei tuoi romanzi più travagliati. Cosa c’è di diverso dalla versione precedente?

Beh, di diverso c’è che quello era il romanzo di Morgan Perdinka, con tanto di prefazioni, a cura mia e di Chiara Bordoni. Questo è Malapunta di Danilo Arona con prefazione, straordinaria, di Stefano “El Brujo” Fantelli e con tavole di Enzo “Heavy Bone” Rizzi (sensuale copertina compresa), e un testo sottoposto a più di un editing “sottile”, quasi subliminale, affinché i due stili possano in qualche modo differire. Ed è Malapunta edito da Cut-Up, una dinamica realtà in fase di espansione progettuale. Non esiste assolutamente nulla che io debba rimproverare al lavoro delle Edizioni XII, anzi… Purtroppo chiusero a poca distanza dall’uscita del libro e in pochissimi, a quel che mi risulta, hanno potuto leggere questa storia. Adesso, con Incubazioni e Cut-Up, il testo viene distribuito in maniera encomiabile. E graficamente stupendo.

“L’horror è Il genere tra i generi, l’unico in grado di contenere gli altri a lui contigui: l’horror come summa territoriale del thriller, fantascienza, noir, fantasy e via giocando con le etichette”. Come si sposa questa tua definizione dell’horror per Malapunta?

Temo, anzi me lo auguro, che Malapunta, più che horror, sia un testo connettivista. I miei amici di Kipple, Kremo e Zoon, da anni sostengono che io sia autore degno di militare nel movimento per quel che scrivo e per come lo scrivo. Credo che almeno in questo caso abbiano ragione. Io non mi sono mai preoccupato di essere etichettato, ma qui appunto si passa, in modo morbido e non forzato, dal thriller all’horror, dal fantasy alla fantascienza apocalittica. Ovvero, i generi “si connettono” e diventano un unicum senza che il tutto venga percepito come artificioso. Poi, se prevale l’horror, va da sé… L’ho scritto io con la mediazione di Perdinka.

Sono in programma delle presentazioni del libro?
Al momento un paio in agenda. Ma sarò più preciso fra breve. Ovviamente a disposizione di chi ne voglia organizzare.

Il tuo alter ego Morgan Perdinka tornerà in futuro?

Sicuro. Tornerà in un lavoro che più “connettivista” non si può. E sarà morto perché ci troviamo cronologicamente nel tempo post-Estate di Montebuio. Purtroppo, da morto, Perdinka fa dei danni planetari. Al momento non posso sbottonarmi di più. Ma sarà l’ultima stazione del Perdinka scrittore. Invece il Perdinka chitarrista – che è l’Altro su un diverso piano quantico – si concederà qualche avventura supplementare. Una appena pubblicata – che lo vede addirittura agire al cospetto di Sam Hain (quello di Rock – I delitti dell’Uomo Nero) – è leggibile nell’antologia curata da Catalano, Ortino e Pizzo Le variazioni Gernsback (Edizioni della Vigna). Un assemblaggio straordinario di autori e di storie.

Stefano “El Brujo” Fantelli ha dimostrato di avere intenzioni molto serie con la sua collana Incubazioni di Cut Up Edizioni (una casa editrice illuminata, fondata da Fabio Nardini, una realtà che nasce piccola, ma che sta crescendo sempre di più). Promuovere e pubblicare l’horror italico, quello vero, senza compromessi, è una scelta editoriale senza dubbio coraggiosa, soprattutto in questi tempi di crisi generale. Secondo te è come andare contro i mulini a vento oppure Fantelli riuscirà nel suo intento?

Non possiedo la sfera magica per leggere il futuro. Ma Stefano, oltre che scrittore di razza, è un ottimo organizzatore e gestore di collane oltre che profondissimo conoscitore del genere. Per non dire delle sue graphic novel, innovative e perturbanti. Se esiste in Italia un artista a tutto in tondo in grado in grado di portare avanti una scelta editoriale che, come hai detto tu, sulla carta non è facile, costui si chiama “El Brujo”. E attorno a lui gli autori italiani dovrebbero far quadrato e movimento. Con un gioco di squadra che da un po’ sembra essersi perduto. Io sono a disposizione con la mia esperienza e il mio, come si dice, know-how che, per motivi purtroppo anagrafici, ha un suo perché e un suo peso. Ma so di per certo che la squadra si sta ampliando. E con grossi e “pesanti” nomi. Insomma, i duri tornano a ballare.

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Danilo Arona

Danilo Arona, scrittore, giornalista e critico cinematografico. Tra le sue pubblicazioni: Melissa Parker e l’incendio perfetto (Dino Audino), Black Magic Woman (Frilli), Palo Mayombe e Cronache di Bassavilla (Flaccovio), L'estate di Montebuio (Gargoyle Books), Ritorno a Bassavilla (Edizioni XII), Malapunta – L’isola dei sogni divoratori (Cut Up), Finis Terrae e Bad Visions (Mondadori),) La croce sulle labbra (Anordest) in coppia con Edoardo Rosati, Io sono le voci (Anordest), Vento bastardo (Iris 4), L’autunno di Montebuio (NeroCafè) con Micol Des Gouges, Santanta – L'alito del diavolo (Delos), Rock (Edizioni della sera), Km 98 ancora con Edoardo Rosati (Anordest), Un brivido sulla Schiena del Drago (Larcher) e Croatoan Blues (NeroCafè). Autore anche di numerosi saggi di cinema (Guida al Fantacinema, Nuova Guida al Fantacinema, Gli uccelli di Alfred Hitchcock) e sociologia “nera” (Satana ti vuole, Possessione mediatica e L'ombra del dio alato).

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