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AMANDA KNOX AL SETTIMANALE «OGGI»: «GRAZIE PER AVER CREDUTO ALLA VERITÀ»

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«Grazie tantissimo per il vostro sostegno e la gentilezza e la forza con cui avete creduto in me e alla verità quando tutti erano contro. Un abbraccio grandissimo e fortissimo». Così, ad assoluzione ancora calda, Amanda Knox ha voluto ringraziare il settimanale OGGI, «compresi i lettori» per i molti articoli dedicati alle fragilità e incongruenze dell’impianto accusatorio. 

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OGGI pubblica anche un’intervista al coimputato di Amanda, Raffaele Sollecito: «La prima cosa che voglio fare è andare in Questura a chiedere che mi restituiscano il passaporto. Quello vecchio, con i timbri e i ricordi dei miei viaggi, che mi era stato ritirato prima della sentenza di Firenze perché temevano che volessi darmi alla latitanza. Ma io da Santo Domingo e dalla Svezia sono tornato per presentarmi al processo. Il sospetto che fuggissi faceva comodo. Altrimenti che assassino sarei stato? Solo quando avrò fra le mani quel passaporto mi sentirò un uomo libero. Prenderò Greta per mano e ce ne andremo lontano per una bella vacanza. In un posto dove nessuno mi fermerà per strada e mi farà domande. In un posto che mi aiuti a dimenticare gli incubi e soprattutto le ingiustizie di questi sette anni e mezzo. E dove non leggerò negli occhi della gente lo stupore per la mia assoluzione. Perché questo stupore oggi è l’atteggiamento che mi da più fastidio, anzi mi irrita», dice Raffaele.

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Che sul suo futuro afferma: «Ho lottato quasi otto anni per dimostrare che non sono un assassino. Forse la parte più difficile inizia proprio adesso: devo concretizzare speranze e progetti di un giovane di 31 anni. Pur fra tante difficoltà avevo già cominciato a lavorare prima dell’assoluzione. Adesso spero che queste difficoltà non ci siano più… Greta? È una splendida ragazza. Di matrimonio si parlerà fra due anni».

OGGI pubblica anche un’intervista a Claudio Pratillo Hellmann, presidente della Corte d’Appello di Perugia che nel 2011 assolse i due imputati e poi fu praticamente costretto ad andare in pensione dopo essere stato escluso dalla corsa a Presidente del Tribunale: «Che quell’assoluzione mi sia costata la carriera è altro che leggenda, è matematica! Io ero 1° nella graduatoria per diventare Presidente e hanno nominato l’11°, persona degnissima (Aldo Criscuolo, ndr), ma assai meno titolato di me. Me l’hanno fatta pagare: sono convinto che, se li avessi condannati, mi sarei seduto su quella poltrona. Il ricorso al Tar? Mi sono astenuto per eleganza e per non perder tempo: anche se lo avessi vinto, avrebbero trovato mille modi per, mi passi il verbo, “trombarmi”».

Aggiunge l’ex giudice Pratillo Hellmann: «C’era troppo veleno per andare avanti, ero proprio disgustato. Però, ripeto, più di tutto, mi preoccupava la sorte di quei ragazzi. Sono credente e praticante, le dico una cosa forte: Dio si è messo sulla strada di Amanda e Raffaele per salvarli. All’ultima curva, dopo mille dolori, ma Dio è arrivato».

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