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Sorpresa: sulla Nigeria ha ragione Alessandro Di Battista

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Fu proprio il New York Times a lanciare l’allarme nonostante il Paese fosse stato dichiarato “Ebola free” (peraltro dopo l’intervento del deputato M5S). Ecco tutta la verità. Ma il problema è: perché il NYT si interessa a Di Battista?

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Com’è noto, il New York Times ha citato Alessandro Di Battista, il deputato del M5S, come vincitore della “peggior bufala del 2014” sul sito italiano semisconosciuto – fino al momento della citazione- Pagellapolitica.it.

PAGELLAPOLITICA.IT- Vale la pena spendere due parole sul sito, che propone frasi di politici di qualsiasi colore, analizza i dati e poi fornisce un giudizio secondo cinque criteri: il peggiore è “panzana pazzesca”, quella affibbiata a Di Battista per aver detto nel corso di una manifestazione del M5S: “Nigeria, vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola”. In Italia nessuno sa niente della Nigeria, eppure, votata dagli italiani, ha vinto quella panzana lì. Passi.

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I GIUDIZI SUGLI ALTRI POLITICI- Pagellapolitica.it risulta molto attenta alle parole utilizzate, molto meno al contesto in cui sono usate. O almeno non sempre. Matteo Renzi è ad esempio citatissimo (243 citazioni) e molto spesso la spunta con risultato “vero” o “c’era quasi”. Non ho trovato purtroppo la frase pronunciata dal Premier a Strasburgo il 13 gennaio 2015: “L’Italia ha visto aumentare i propri risparmi, le famiglie si stanno paradossalmente arricchendo”. Qui trovate, il video, che ha indignato la Rete. In compenso, il 2 febbraio 2015, Pagellapolitica.it mette un riferimento generico sulle frasi di Renzi in merito alla “ricchezza” degli italiani e, differentemente che per Di Battista, non fa un’analisi grammaticale della frase, ma si preoccupa di trovare miriadi di giustificazioni di contesto per poi dire che sia “vero”:

 

Il Presidente del Consiglio torna spesso a rimarcare come l’Italia sia un Paese dall’enorme ricchezza privata, fatto che stabilirebbe la solidità finanziaria dello Stivale nonostante l’enormità del suo debito pubblico. Come già fatto in precedenti analisi, utilizziamo il rapporto Bankitalia “La ricchezza delle famiglie italiane” per valutare la veridicità delle dichiarazioni di Renzi.

Un Paese di paperoni?

Iniziamo innanzitutto con il definire cosa si intende solitamente per “ricchezza privata”. Il rapporto Bankitalia la definisce come “ricchezza netta”, ossia come la somma delle seguenti componenti:

– attività finanziarie: l’insieme dei risparmi accumulati dalle famiglie sotto forma di titoli di stato, conti correnti, azioni, ecc.,

– ricchezza reale: l’insieme della ricchezza risparmiata dalle famiglie nella forma di proprietà immobiliari – case, terreni, fabbricati, ecc.,
– passività finanziarie: la componente da sottrarre, ovvero i debiti contratti dalle famiglie italiane.

Ebbene, la ricchezza netta nel 2013 – ultimo anno per cui sono disponibili dati – si aggirava attorno agli 8.700 miliardi di euro, una somma veramente ragguardevole e 4 volte più alta del debito pubblico dello stesso anno (2.069 miliardi).

E se Renzi si stesse invece riferendo solamente alla ricchezza finanziaria? Questa raggiungeva i 3.850 miliardi di euro in quell’anno, un fattore quasi due volte maggiore del debito pubblico.

In conclusione

Insomma, qualsiasi cosa volesse dire, Renzi ha sostanzialmente ragione: le famiglie italiane detengono una ricchezza ampiamente maggiore al debito italiano. “Vero”.

I PESI E LE MISURE- Inutile raccontare che, per aver detto che c’era la coda di italiani fuori dai ristoranti, quando la crisi era ancora all’inizio e si dava la colpa allo spread – qualche centinaio di suicidi fa – l’allora premier Silvio Berlusconi fu sbeffeggiato – giustamente – ovunque, con Roberto Benigni che lo prendeva in giro per quella frase proprio nel corso di una sua visita a Strasburgo. E non ci fu contesto che tenne. Cos’è cambiato, se non in peggio?

 Va da sé che nemmeno nel caso di Renzi ci sono giustificazioni di contesto che tengano, per quanti sforzi Pagellapolitica.it faccia. E basterebbe porsi due quesiti: quante sono le famiglie che detengono questa ricchezza e quanti hanno superato la soglia di povertà? Quand’anche uno fosse proprietario di una casa o di un terreno e si trova disoccupato, lo vogliamo considerare comunque ricco e dirgli che lo è secondo le stime bancarie? Forse, se Pagellapolitica.it avesse pedissequamente analizzato la frase di Renzi nella delicatissima cornice di Strasburgo, come invece ha fatto per Di Battista in una festa di partito, l’esito delle votazioni sarebbe stato diverso. Forse.

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IL CASO DI BATTISTA- Alessandro Di Battista pronuncia la famigerata frase “Nigeria, vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola” il 12 ottobre 2015. Ma basta ascoltare a video le frasi prima per trovare il contesto: Di Battista spiega di aver incontrato in Commissione Esteri il ministro Lorenzin per parlare dell’Ebola. E lei gli avrebbe detto: “Tranquilli, nessun allarmismo, in quanto non esistono voli diretti dall’Italia ai Paesi dove c’è il focolaio”. Dice di aver allora fatto presente che c’è tuttavia un volo diretto Roma-Lagos e di essersi sentito rispondere che la Nigeria è un “Paese tranquillo”. Subito dopo, la frase: “Nigeria, vai su Wikipedia: 60% del territorio è in mano ai fondamentalisti islamici di Boko Haram, la restante parte Ebola. Vediamo quanto sia una “panzana pazzesca”.

L’EBOLA- Com’è noto, i grillini non sono molto cauti con le parole, a partire dal suo leader. Bene, il 12 ottobre 2015 la Nigeria non era ancora stata considerata “Ebola Free”: lo sarebbe stata solo il 20 ottobre. È pure ovvio che Di Battista si riferisce ad un fatto avvenuto poi in una data ancora precedente. E dunque che il ministero della Sanità dovesse cautelarsi anche per gli italiani in partenza verso la Nigeria era in quel momento ancora d’obbligo. Di più: Pagellapolitica.it scrive l’articolo sulla “panzana pazzesca” di Di Battista il 15 ottobre, citando un articolo sul “cauto ottimismo” dell’Oms in merito all’Ebola in Nigeria che tuttavia è datato 14 ottobre. Di Battista come faceva a saperlo il giorno 12? Non finisce qui. Pagellapolitica.it spiega, citando un documento non più presente in Rete, che il 7 ottobre in Nigeria il livello di allerta sull’Ebola era stato abbassato da 2 a 1, non che non ci fosse. Com’è possibile che l’abbiano allora bollata come una “panzana pazzesca”?  

IL NEW YORK TIMES- Non basta. Le informazioni internazionali sull’allarme Ebola in Nigeria provenivano pure dal New York Times, risalenti ad agosto. Ma, davvero stupefacente, il 21 ottobre, appena dichiarata “Ebola Free”, sempre il New York Times spiegava come, nonostante tutto, la Nigeria non potesse “rilassarsi” di fronte al virus Ebola. Il punto è: al di là di dove avesse letto le informazioni, le informazioni di Di Battista sull’Ebola al 12 ottobre erano esatte oppure no? Lo erano certamente e bene fece ad avvertire il ministro Lorenzin sull’opportunità di fermare, a quella data, i voli diretti Roma-Lagos. E se il New York Times avesse letto i suoi di articoli, invece di quelli di Pagellapolitica.it, avrebbe evitato di definire la frase di Di Battista “ridicola”.

BOKO HARAM- Anche sulla seconda parte delle affermazioni di Di Battista, è necessario leggere il contesto. Pagellapolitica.it liquida l’affermazione sui fondamentalisti islamici di Boko Haram una “panzana pazzesca” perché “il gruppo controllerebbe direttamente “appena” 25 insediamenti urbani nel nord-est”. Poi cita un documento del Nigeria security network”, proprio per sminuirne la portata. Eppure lo stesso “Nigeria security network”, nel mese di settembre, pochi giorni prima dell’intervento di Di Battista, avvertiva tutti che “Se non si interviene drasticamente, la Nigeria rischia di perdere gran parte del suo territorio”, riferendosi in particolare al Nord-Est. E che non ci fossero prove che Boko Haram tentasse di “controllare” le zone attaccate, anche se ormai erano insediati nella gran parte del Borno. Di Battista esagera ovviamente a dire che i “fondamentalisti di Boko Haram” hanno in mano il 60% del territorio. Ma semplicemente perché quel 60% del territorio è solo regolata dai “fondamentalisti” non di Boko Haram, ma sempre fondamentalisti, attaccati da fondamentalisti ancora più estremi, Paesi in cui è in vigore la sharia. Ma non è questo il punto: il punto è che su viaggiaresicuri.it, il sito curato dal Ministro degli Affari esteri, ancora oggi c’è scritto:

 

Sicurezza

 

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Si sconsigliano viaggi nel Paese che non siano dettati da ragioni di necessità e si raccomanda di tenere strettamente conto della situazione della sicurezza in loco nel prendere decisioni relative agli alloggiamenti e agli spostamenti. 
La situazione della sicurezza è caratterizzata, in generale, da diffusi atti di criminalità ed è concreto, presente ed attuale il rischio di atti di terrorismo e di violente sommosse in varie aree del Paese.
Aree di attenzione: centro, nord e, in particolare, nord est del Paese
Tra le aree di attenzione si evidenziano il centro (cosiddetta “middle belt”), il nord e, specialmente, il nord est.
Permane elevato il rischio di incremento di azioni ostili, con particolare riferimento a rapimenti a danno di stranieri sia da parte della criminalità comune che da parte di gruppi terroristici, anche con esiti letali. Tale pericolo aumenta notevolmente nelle aree più remote e più difficilmente controllabili da parte delle Autorità, in particolare quelle settentrionali.

Sono al momento fortemente sconsigliate visite negli Stati di Plateau, Bauchi, Kano, Kaduna e Katsina, se non dettate da motivi di necessità e solo adottando speciali cautele.
Si deve assolutamente evitare di recarsi negli Stati di Borno, Yobe e Adamawa, nel nord-est del Paese, ove vige dal maggio 2013 lo stato di emergenza a seguito di numerosi episodi di violenza di stampo terroristico che stanno causando molte migliaia di vittime soprattutto con attacchi di miliziani armati di Boko Haram e con uso di autobombe. 

 

Assodato dunque che il 12 ottobre l’allarme Ebola in Nigeria era ancora presente; assodato che “i fondamentalisti di Boko Haram” erano in tutto il Nord della Nigeria e che erano in guerra con gli altri fondamentalisti del Paese dove si pratica la sharia e che era stato paventato il rischio addirittura di una scissione della Nigeria (sempre nel rapporto di settembre del Nigeria security network) è importante sapere dove Di Battista lesse le sue notizie (wikipedia) o se le notizie avessero fondamento?

 

La domanda, ancora, è: fece bene Di Battista a far presente al ministro Lorenzin la questione Nigeria e sotto il profilo sanitario e sotto quello terroristico? La risposta è certamente sì. O quelli di Pagellapolitica.it che definirono quelle frasi nientemeno che una “panzana pazzesca” possono dire il contrario ed erano pronti a partire per il Nord della Nigeria assediata da Ebola e fondamentalisti?

 

LE DOMANDE- Si pongono evidentemente alcune domande.

1)      Per quale ragione Pagellapolitica.it ha definito una “panzana pazzesca” le parole di Di Battista pur non essendo affatto così?

2)      Per quale ragione Pagellapolitica.it non si è sforzata di fare un’analisi del contesto del “forse intendeva dire” come ha fatto con Renzi, pur sapendo che la sostanza delle informazioni di Di Battista erano esatte? E soprattutto pur pronunciando Renzi le frasi in contesti istituzionali internazionali e Di Battista in una comune festa di partito?

3)      In un contesto di crisi economica senza precedenti in Italia, con morti da suicidio e gente alla fame – con buona pace di Matteo Renzi- , in un Paese dove nessuno sa praticamente nulla della Nigeria – e a quasi nessuno importa qualcosa- , chi sono le 679 persone che hanno votato addirittura come “panzana dell’anno” una frase su Boko Haram in Nigeria?

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4)      Per quale dannata ragione il NYT si interessa a Di Battista, politico più o meno sconosciuto in America, più o meno (stando ai ranking internazionali) come il sito Pagellapolitica.it e bolla come “ridicola” un’affermazione di Di Battista con cui invece concordavano nientemeno che i loro giornalisti?

 

  Il problema del NYT si chiama forse Libia?

Edoardo Montolli

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Edoardo Montolli

Edoardo Montolli, giornalista, è autore di diversi libri inchiesta molto discussi. Due li ha dedicati alla strage di Erba: Il grande abbaglio e L’enigma di Erba. Ne Il caso Genchi (Aliberti, 2009), tuttora spesso al centro delle cronache, ha raccontato diversi retroscena su casi politici e giudiziari degli ultimi vent'anni. Dal 1991 ha lavorato con decine di testate giornalistiche. Alla fine degli anni ’90 si occupa di realtà borderline per il mensile Maxim, di cui diviene inviato fino a quando Andrea Monti lo chiama come consulente per la cronaca nera a News Settimanale. Dalla fine del 2006 alla primavera 2012 dirige la collana di libri inchiesta Yahoopolis dell’editore Aliberti, portandolo alla ribalta nazionale con diversi titoli che scalano le classifiche, da I misteri dell’agenda rossa, di Francesco Viviano e Alessandra Ziniti a Michael Jackson- troppo per una vita sola di Paolo Giovanazzi, o che vincono prestigiosi premi, come il Rosario Livatino per O mia bella madu’ndrina di Felice Manti e Antonino Monteleone. Ha pubblicato tre thriller, considerati tra i più neri dalla critica; Il Boia (Hobby & Work 2005/ Giallo Mondadori 2008), La ferocia del coniglio (Hobby & Work, 2007) e L’illusionista (Aliberti, 2010). Il suo ultimo libro è I diari di Falcone (Chiarelettere, 2018)

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